Egitto: “Cristiani nel mirino? Una vendetta”

La dura contrapposizione tra la Fratellanza musulmana e il governo, oltre a provocare centinaia di vittime musulmane, ha colpito duramente anche la comunità cristiana egiziana. Miliziani della Fratellanza hanno infatti attaccato chiese e strutture della Chiesa copta ortodossa, ma anche della Chiesa cattolica. Ne hanno assaltate 22 in tutto il Paese, specialmente nel Nord, 7 sono quelle cattoliche. Tra queste, un monastero francescano e un ospedale gestito da suore dove i pazienti sono soprattutto musulmani. Non ci sono stati morti ma molti feriti.

«Si tratta di una vendetta nei confronti dei cristiani – spiega a Popoli un religioso egiziano che, comprensibilmente, vuole mantenere l’anonimato -. I copti non hanno nascosto il loro sostegno alla svolta politica che ha portato alle dimissioni del presidente Mohammed Morsi e alla progressiva islamizzazione del Paese. Questo ha attirato su di loro il risentimento della Fratellanza che, tra l’altro, non ha mai nascosto la sua intenzione di voler cancellare la presenza cristiana nel nostro Paese». In Egitto vivono 13 milioni di copti, 300mila cattolici e 250mila protestanti. Le tensioni del 14 agosto sono state così forti e la minaccia così alta che lo stesso papa copto Tawadros II è stato costretto a rifugiarsi in una località nascosta per paura di essere assassinato. «Quello che l’Occidente non capisce – ha commentato alle agenzie stampa padre Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana – è che i Fratelli musulmani non sono un partito musulmano di ispirazione laica e democratica. Sono terroristi nel vero senso della parola, un partito fascista. Immaginate che cosa succederebbe in Occidente se un partito così vincesse le elezioni e sedesse in Parlamento».

Il rischio quindi è una guerra civile che contrapponga la Fratellanza a un blocco del quale fanno parte laici, cristiani e musulmani moderati? «Credo – continua la nostra fonte – che le forze armate e la polizia contrasteranno con tutte le loro energie i Fratelli musulmani. I generali sanno che oggi possono contare sul sostegno della maggioranza della popolazione che non solo non accetta una progressiva islamizzazione, ma chiede che i suoi problemi più urgenti (disoccupazione, prezzi dei generi alimentari alti, economia stagnante, ecc.) vengano risolti. Non penso quindi che scoppierà una guerra civile. Anche se, realisticamente, penso che gli scontri continueranno».

Le comunità cristiane potrebbero quindi essere ancora a rischio? «Dopo gli incidenti del 14 agosto – conclude il religioso – le autorità hanno aperto gli occhi. Hanno capito che i cristiani possono essere tra le prime vittime. Quindi ci hanno fornito maggiore protezione. Sono stati schierati reparti di poliziotti o militari di fronte a chiese e comunità. Non dovremmo più correre pericoli. Almeno, lo speriamo».

Sul fronte copto però c’è pessimismo. «Per i musulmani – osserva un esponente copto contattato da Popoli – questi non sono scontri politici, ma un capitolo della guerra secolare tra cristianesimo e islam. Vogliono eliminarci, vogliono cancellare la presenza cristiana dall’Egitto. Non è un caso che abbiano assaltato non solo le chiese, ma anche le proprietà e le case dei cristiani».

Enrico Casale

Fonte: Egitto: “Cristiani nel mirino? Una vendetta”.

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