EGITTO & ISRAELE – Eid: dai partiti islamisti una spirale infinita di estremismo

sabato 11 agosto 2012

Hamas ha lanciato un appello al presidente egiziano dei Fratelli musulmani, Mohammed Morsi, affinché riapra il valico di Rafah tra il Sinai e Gaza. Dopo gli attentati contro alcuni posti di blocco dell’Esercito, il governo del Cairo aveva dichiarato la chiusura a oltranza del valico. Ismail Haniyeh, leader dell’esecutivo di Hamas nella Striscia, si è rivolto a Morsi chiedendogli di “astenersi dall’infliggere ulteriori sofferenze ai palestinesi di Gaza”. Una situazione che può aiutare a comprendere i consolidati rapporti tra Hamas e Fratelli musulmani, e il loro atteggiamento nei confronti dei gruppi estremisti che cercano di “superarli a destra”. Ilsussidiario.net ha intervistato l’editorialista di Avvenire, Camille Eid.

Che cosa ne pensa delle dichiarazioni di Hamas?

Hamas è molto attenta a non rovinare da subito i rapporti con Mohammed Morsi, il nuovo presidente egiziano, perché ci tiene a mostrare un cambiamento nello stile e nel comportamento, e il rais egiziano ha a sua volta la stessa ambizione. Nessuno si aspettava questo attacco delle bande armate contro i posti di blocco egiziani e l’uccisione di 16 o 17 militari. Hamas ha voluto prendere con forza le distanze da qualsiasi coinvolgimento palestinese o di gruppi vicini.

Morsi si è dimostrato all’altezza della situazione?

Il presidente egiziano ha preso subito in mano l’operazione, ordinando all’Esercito una grande operazione militare contro le bande armate che da anni girano indisturbate nella Penisola del Sinai. Una missione di questo tipo era quasi inattesa da parte di un presidente islamista e appartenente ai Fratelli musulmani. Chi ha compiuto l’attacco voleva forzare l’Egitto per creare una nuova situazione al confine con Israele, coinvolgendo il Cairo nella questione relativa alla Striscia di Gaza. Il presidente egiziano ha dimostrato una levatura da statista e la capacità di badare agli interessi dell’Egitto prima che a quelli loschi di alcune bande che cercano di trascinare il Paese in un conflitto con lo Stato confinante.

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