Egitto – Le prime parole del presidente

I diritti universali nel discorso del neo-presidente Morsi

di Riccardo Moro

L’elezione di Mohammed Morsi, un esponente dei Fratelli Musulmani, significa l’avvio di una stagione oscura di fondamentalismo che ucciderà le gemme della primavera araba? La tentazione di dare una risposta pessimista è forte. Le tensioni sono elevate, i fondamentalisti in questi mesi hanno usato parole preoccupanti e non sono mancati fenomeni di violenza come, tra gli altri, gli attentati nelle chiese copte. Ma esistono varie ragioni per una lettura non pessimista.

Innanzitutto l’equilibrio dei poteri. L’esercito ha accettato lo svolgimento del ballottaggio e la devoluzione dei poteri al nuovo presidente, ma questo di fatto avverrà al termine di una trattativa che non è conclusa. L’esercito ha invalidato le elezioni parlamentari e oggi abbiamo un presidente senza Parlamento che ha come contraltare l’esercito. Apparentemente il pessimo degli scenari. In realtà, con gli occhi del mondo addosso, Morsi e l’élite militare sono costretti a trovare un’intesa in tempi rapidi, convocare nuove elezioni ed evitare colpi di mano antidemocratici.

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