Egitto, procuratore dice sì alle milizie armati private

marzo 12, 2013 Leone Grotti

Il procuratore generale egiziano Talaat Abdullah ha dichiarato che i comuni cittadini hanno il permesso di arrestare i criminali per le strade. Esultano i partiti ultra-islamisti: «Pronti a formare le nostre milizie».

Mideast EgyptNon poteva che scatenarsi un’ondata di proteste in un Egitto che non sembra avere pace. Il procuratore generale egiziano Talaat Abdullah ha affermato domenica che «tutti i cittadini possono esercitare il diritto concesso loro dall’articolo 37 del codice di procedura penale egiziano approvato nel 1950 che permette di arrestare chiunque sia colto in flagranza di reato per portarlo dal personale ufficiale». Proprio così, qualunque egiziano avrà il potere di arrestare i suoi concittadini.

POTERE DI ARRESTO AI CITTADINI. In Egitto la polizia fatica a far rispettare la legge nelle strade e la tradizione egiziana dell’era Mubarak riporta un’immagine corrotta e violenta degli ufficiali in divisa. Per questo da mesi si parla di permettere ai cittadini di difendersi da soli, formando pattuglie di volontari che controllino le strade e i quartieri. Nessuno, però, avrebbe mai pensato che il procuratore generale dell’Egitto avrebbe riconosciuto a queste “bande” il potere di arrestare le persone. A polverone ormai sollevato, ieri il procuratore ha dichiarato che non parlava «”dell’arresto giudiziario”, potere che spetta solo agli ufficiali di polizia». Se davvero il procuratore è stato frainteso, non ha però chiarito che cosa sia il potere di arresto non giudiziario.

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