Egitto: un capodanno di minacce

Nonostante le tante minacce a moltissime chiese, il capodanno è passato tutto sommato pacificamente, per la grande comunità cristiana egiziana.  Ce ne parla il fratello Michael, collaboratore egiziano di Porte Aperte.

“Grazie di cuore per le vostre premurose e genuine preghiere che noi, Chiesa egiziana, abbiamo sentito nel corso di questi ultimi giorni dell’anno. Voci parlavano di possibili attacchi a molte chiese e ai cristiani di tutte le denominazioni da parte dei sostenitori della Fratellanza Musulmana, soprattutto durante la notte dell’ultimo dell’anno. Vogliamo insieme a voi ringraziare Dio perché il capodanno è passato tutto sommato pacificamente, con molte riunioni dove milioni di cristiani egiziani si sono potuti incontrare liberamente e rinnovare così la loro fede nel Signore e nel Suo piano per le loro vite e la nostra nazione”, ci scrive un nostro collaboratore egiziano, il fratello Michael (nome inventato per ragioni di sicurezza). Michael sarà presente al nostro convegno annuale a Rimini il 2-4 maggio 2014, dove ci parlerà approfonditamente delle testimonianze delle sorelle e dei fratelli egiziani e del difficile momento del suo paese.

Tra la comunità cristiana egiziana vi era un’atmosfera di grande preoccupazione per queste festività (che tuttavia continua in questi giorni), a causa delle minacce lanciate dai più radicali dei Fratelli Musulmani. Di fatto tra il 23 dicembre e la fine dell’anno, l’Egitto è stato al centro di un’escalation di violenze che ha portato a decine di morti e feriti. Poco prima del 25 dicembre, un’autobomba a Mansoura vicino alla stazione di polizia ha ucciso almeno 15 persone, mentre il 26 una bomba è esplosa al Cairo presso l’Università Al Azhar e altri 3 ordigni sono stati invece disinnescati. È subito scattata la messa al bando del movimento dei Fratelli Musulmani da parte del governo, considerati la mente e il braccio di questi attacchi, e, il giorno dopo, la loro reazione con una serie di manifestazioni che ha portato a scontri in piazza, all’incendio di un edificio della stessa università del Cairo e ad altri morti e feriti. In mezzo a questa estrema tensione, le minacce contro la comunità cristiana sono state più o meno continue.

“Un paio di attacchi purtroppo sono stati registrati. In uno di essi, un giovane cristiano di 23 anni ha perso la vita, mentre un commando di estremisti islamici, legati alla Fratellanza Musulmana, apriva il fuoco contro una Chiesa Ortodossa in un quartiere del Cairo”, ci ha confermato Michael, per poi affermare: “Tuttavia entriamo in questo nuovo anno rassicurati dalle promesse di Dio e dal supporto della famiglia cristiana mondiale che prega per noi e ci sostiene, cosa che noi consideriamo come un grande privilegio”.

L’8 gennaio prossimo uscirà la nuova WWList, la lista dei paesi dove esiste la persecuzione, in contemporanea in tutti i paesi dove opera Porte Aperte, quindi anche in Italia. E’ facile prevedere che l’Egitto, oggi al 25 posto della WWList, sia una di quelle nazioni che purtroppo salirà in questa classifica

Fonte: Egitto: un capodanno di minacce.

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