ELEZIONI GIORDANIA/ Mons. Lahham: il re e i cristiani hanno sventato il “golpe” dei Fratelli musulmani

mercoledì 30 gennaio 2013
INT. Maroun Lahham

Si sono tenute da poco le elezioni in Giordania. E’ stato il re Abdallah II a volerle anticipare, davanti alle manifestazioni di protesta dello scorso ottobre che rischiavano di portare anche qui i venti della primavera araba. Una decisione coraggiosa e intelligente quella del monarca, che ha in questo modo evitato un braccio di ferro dalle conseguenze impossibili da prevedere: in questo modo il popolo ha capito di essere ascoltato da chi governa, anche per le diverse concessioni fatte dal re. Ad esempio l’aumento delle quote rosa in parlamento e una commissione di sorveglianza sull’andamento delle elezioni. Resta però, come ha detto a ilsussidiario.net Maroun Lahham, vescovo ausiliare di Gerusalemme con l’incarico di vicario patriarcale per la Giordania, l’incognita dei Fratelli musulmani: “Hanno cercato in tutti i modi di boicottare le elezioni inscenando una commedia politica che fortunatamente non ha avuto il risultato sperato, visto che la gente è andata a votare e ha dimostrato la propria fedeltà alla monarchia”. Essere riusciti a convincere la popolazione a votare è un risultato che il vescovo rivendica anche alla Chiesa giordana, che si è attivamente spesa in questo compito non facile. 

La Giordania è per il momento uscita dal rischio di essere investita dal vento della primavera araba che ha travolto tanti paesi arabi. Queste elezioni hanno infatti confermato la fedeltà del popolo giordano alla monarchia.
Certamente, il risultato conferma questa fedeltà del popolo. In Giordania il rispetto e la professione di fedeltà a chi guida il paese rimangono stabili: il re non si tocca. Anche se in realtà viste le proteste degli ultimi tempi c’è il timore che questa fedeltà si possa coniugare al passato almeno per una certa parte della popolazione

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