Eluana, “Avvenire” assolto non diffamò De Monte

Il quotidiano “Avvenire” non ha mai diffamato il medico anestesista e rianimatore Amato De Monte, l’uomo che nel 2009, insieme all’équipe formata ad hoc, condusse a morte Eluana Englaro nella casa di cura “La Quiete” di Udine. Nel procedimento civile avviato da De Monte – che aveva chiesto 2 milioni di danni per presunta diffamazione a mezzo stampa – sono stati assolti “Avvenire” e “il Giornale”, gli ex rispettivi direttori Dino Boffo e Mario Giordano, il neurologo Gian Luigi Gigli, i giornalisti Paolo Lambruschi e Irene Giurovich, che avevano correttamente riportato le dichiarazioni del neurologo Gigli.

Il giudice civile Maria Antonietta Chiriacò ha rigettato la richiesta di risarcimento danni di De Monte con una sentenza lunga una cinquantina di pagine, nelle quali riconosce la legittimità del comportamento di Gigli e dei giornalisti, ribadendo il diritto di cronaca e di critica. La questione in oggetto – ha infatti sottolineato il giudice – era talmente rilevante che non si poteva non consentire un ampio e forte dibattito sulla questione. Dibattito certamente infuocato – continua il magistrato –, ma non c’è stato alcun attacco personale nei confronti di De Monte, bensì la sola volontà di affermare dei princìpi diametralmente opposti ai suoi eppure altrettanto legittimi.

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