Emilia, messe di Natale al freddo e al gelo

di Andrea Zambrano

Con il proverbiale ottimismo che contraddistingue la gente emiliana il bicchiere è mezzo pieno. Così se gran parte delle parrocchie terremotate saranno costrette a celebrare la Messa di Natale in tendoni o peggio ancora in palloni gonfiabili, sarà come essere ancora più vicini a Gesù che proprio in un luogo di fortuna è venuto al mondo. Ma questa volta è la dura legge della burocrazia che costringerà decine di comunità religiose a passare la Notte Santa al freddo e al gelo, con il solo ausilio di alcune stufe elettriche e senza la poesia del bue e dell’asinello. E´ il Natale triste dei terremotati. Più che il sisma potè la burocratica macchina amministrativa che da queste parti deve gestire la lenta e difficile ricostruzione.

L’allarme arriva direttamente da Francesco Cavina, vescovo di Carpi-Mirandola, piccolo lembo di terra padana tra le diocesi di Reggio Emilia e Modena. La sua è la Diocesi più colpita con oltre il 90% di chiese lesionate. «Ci sono situazioni di insopportabilità per ancora molte comunità». Il disagio, ha detto a La Nuova Bussola Quotidiana «è grande per le tante parrocchie costrette a celebrare messa in tendoni di fortuna, al freddo e con grandi disagi». Un prezzo inevitabile da pagare dopo il sisma.

Certo, anche se, considerato che le scosse sono state a maggio, il fatto che a dicembre non siano ancora  arrivati dei prefabbricati ad hoc anche per i luoghi di culto, non fa certo ben sperare. «Più che problemi con le autorità, che dopo qualche incertezza hanno comunque cercato di garantire il diritto al culto, ci sono intoppi burocratici. A Concordia e Rovereto, ma anche in altre situazioni si celebrerà il Natale al freddo. Certo questo ci accomuna alla condizione di Gesù che è nato in una stalla e ci dà anche un senso concreto di speranza e di comunione tra di noi», però, come vescovo, Cavina non può tacere che «mentre a livello regionale non abbiamo incontrato intoppi, i problemi sono stati di natura burocratico amministrativa in fase di applicazione delle legge regionale. Lì abbiamo trovato difficoltà. Solo tra poco arriveranno i primi container e i primi prefabbricati e certo non possiamo dire che arriveranno con sollecitudine».

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