Eritrea, la Chiesa «dissanguata» dal servizio militare | Tempi.it

novembre 30, 2012

Aiuto alla Chiesa che soffre racconta la situazione della Chiesa in Eritrea dove, a causa «dell’altissimo numero di eritrei sotto le armi è ormai impossibile formare nuovi sacerdoti»

(tratto da ZENIT.org) – «“Se rimani, sei stupido”. Nessuna frase è più appropriata per descrivere una visione largamente condivisa qui in Eritrea». È quanto dichiara ad Aiuto alla Chiesa che Soffre una voce interna alla Chiesa cattolica eritrea, che per motivi di sicurezza preferisce rimanere anonima. Sono più di un milione gli eritrei emigrati negli ultimi anni e la maggior parte dei 5.2 milioni rimasti desidererebbe seguirli. «Quasi tutti i nostri ragazzi progettano di andare a vivere all’estero». Il massiccio esodo ha ovviamente gravi ripercussioni sulla forza lavoro del Paese, dove è quasi impossibile trovare manodopera qualificata. E a questo si unisce l’obbligo di leva, che a causa del perenne stato di guerra con l’Etiopia, prevede la firma illimitata.

«IMPOSSIBILE FORMARE NUOVI SACERDOTI». «In realtà il governo ingigantisce il pericolo di un conflitto – continua la fonte – servendosene come scusa per non congedare i giovani al termine del servizio militare. Alcuni sono nell’esercito da ben sedici anni». La situazione drammatica influisce pesantemente sull’operato della Chiesa, «dissanguata» delle sue forze. «L’altissimo numero di eritrei sotto le armi rende ormai impossibile prestare servizio nelle parrocchie o formare nuovi sacerdoti».

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