ERMANNO OLMI/ La lettera: senza il clero miserabile che lui accusa, non avremmo Cristo

mercoledì 6 marzo 2013 – Maddalena Bertolini

aro amico, grande regista, poeta dell’immagine, Ermanno Olmi tu, che mi hai incantato e sedotto più volte al buio di una sala, ho letto il primo capitolo (in anteprima su Repubblica il 4 marzo) del tuo nuovo libro intitolato “Cara Chiesa ti scrivo” e sono rimasta dolorosamente perplessa… proprio tu, che hai crocifisso i libri nel tuo “Centochiodi” affidi un tale messaggio alla parola scritta?

Il sottotitolo riporta “Tra riti e scandali hai tradito Gesù Cristo”; ti inoltri in effetti su un terreno paludoso e astioso, irto di accuse, di banalità, lasciami dire: il trito rito sulla Chiesa Ricca, di denaro e di moralismi, di scandali e Prelati malati di protagonismo e egoismo, ritirati in stanze Vaticane lontane dal mondo e dai poveri. Prelati miserabili  e miserabile pure Dio, che “non è mai venuto in soccorso dell’umanità”.

Ma per te chi è Cristo Nostro Signore? Non Dio, non lo sembra davvero.

E poi chi è questa Chiesa maiuscola che maltratti?

Io sono la chiesa, amico caro, io, mio marito, i miei figli, il mio parroco, le mie amiche catechiste, vecchie carampane o ragazze in minigonna, quel manipolo di scout che fanno gite nel bosco la sera con la pila, i ragazzi che si fanno un giro in discoteca dopo la messa del sabato sera… quella coppia che somma cinque figli, quella da nove (che anche il frate ha prescritto loro i metodi naturali) e la ragazza incinta che non abortisce perché le sono sempre piaciuti i bambini… ma quanti cristiani fanno questa Santa Madre Chiesa e tu manderesti a tutti loro siffatta lettera, cotante accuse?

Ma hai contato tutte le mani che lavorano “a gratis”, cioè per Grazia di Dio e carità?

E “dove c’è carità c’è amore”, verso gli altri, i prossimi, cioè nei confronti di tutta questa società che continua a resistere e a guarire in molte piaghe per il proliferare credo di tante “brave persone”… come fai a non vedere tutte le opere buone che si continuano a compiere, ascolta ti prego, “non fanno più rumore del crescere dell’erba”…

Anche tu, non ti definiresti un brav’uomo? Magari come quello di Flannery O’Connor?

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