Eugenetica in vitro – [ Il Foglio.it › La giornata ]

Da Robert Edwards a Robert Sparrow, è servito il Mondo Nuovo

Presto sarà colpa dei genitori avere un bambino portatore di disordini genetici”: parola del biologo inglese Robert Edwards, padre scientifico della prima bambina concepita in provetta, morto ieri a ottantasette anni. Vincitore del Nobel per la Medicina nel 2010 – per essere riuscito ad applicare con successo alla generazione umana, nel 1978, un procedimento usato da decenni nei bovini – Edwards non ha mai fatto mistero della propria ispirazione eugenetica. A partire dall’idea (accantonata) di creare e conservare, per ogni concepimento in vitro, un embrione gemello del nascituro, allo scopo di usarlo come eventuale riserva di “pezzi di ricambio”, fino alle esortazioni a non mettere limiti alla ricerca sugli embrioni.

A prenderlo alla lettera c’è anche il bioeticista australiano Robert Sparrow, che nel Journal of Medical Ethics prefigura la creazione di gameti artificiali da cellule staminali (per i topi è già avvenuto, per gli umani non dovrebbe mancare molto) come sistema per costruire, in vitro, embrioni geneticamente “perfetti”, qualsiasi cosa questo significhi: “Gli scienziati – scrive – saranno in grado di far crescere gli esseri umani con lo stesso (o maggiore) grado di sofisticazione con cui attualmente si fanno crescere piante e animali”. Fantastico, no? Certo, un problemuccio ci sarebbe. Quelli prefigurati da Sparrow sarebbero davvero figli della provetta e solo di quella, perché nascerebbero del tutto orfani. Ma, scrive il bioeticista, “l’amore e le cure dei genitori sociali possono essere sufficienti”. Da Robert Edwards a Robert Sparrow, è il Mondo Nuovo dell’eugenetica in vitro. Non solo fantascienza.

Fonte: Eugenetica in vitro – [ Il Foglio.it › La giornata ].

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