Ex re del Nepal: le minoranze hanno diritto alla libertà religiosa e di culto

di Kalpit Parajuli

Intervistato da AsiaNews Gyanendra Shah parla della sua campagna per il ritorno di una monarchia indù. Egli riconosce il grande contributo delle minoranze al bene del Paese e condanna gli attacchi terroristi in nome della religione.

Kathmandu (AsiaNews) – “La situazione del Paese è cambiata. Anche se l’80% della popolazione nepalese è indù, non si possono ignorare le minoranze che si battono per il riconoscimento della loro identità. Lo Stato deve proteggere la loro cultura e lasciarli liberi di esercitare i loro diritti…. Tutti gli attacchi contro le altre religioni sono atti criminali”. È quanto afferma ad AsiaNews, Gyanendra Shah, ex re del Nepal, che in occasione della settimana di Pasqua augura “pace e prosperità ai cristiani nepalesi e di tutto il mondo”.

Deposto nel 2008, dopo  oltre 10 anni di guerra civile maoista e la proclamazione dello Stato laico, l’ex monarca sta conducendo da alcuni anni una campagna per il ripristino di una monarchia indù. Di recente, egli ha visitato i distretti occidentali del Nepal (una delle aree più povere del Paese), per raccogliere adesioni. Ciò ha suscitato critiche e preoccupazioni fra le minoranze e i leader politici laici che temono una riduzione della libertà religiosa e dei diritti guadagnati in questi anni di democrazia.

“Il mio ruolo – afferma Gyanendra Shah – sarà determinato dalla scelta popolo. Se verrò eletto, sarò pronto”. “Gli indù – sottolinea – non sono contro le altre religioni. Il nostro desiderio è convivere insieme, che è il miglior modello per il Nepal. La maggioranza indù deve rispettare le altre religioni e culture che promuovo l’armonia fra le fedi”. Secondo l’ex monarca, lo Stato deve rispettare la libertà religiosa e di culto. Uno Stato confessionale che  tiene conto delle minoranze non può fare passi avanti.

L’ex re riconosce il prezioso contributo delle minoranze,  soprattutto quella cattolica, da oltre 60 anni impegnata nel settore educativo e di assistenza sociale. Come altri membri della famiglia reale nepalese e diversi leader politici, Gyanendra ha studiato alla St. Joseph School di Darjeeling in India, istituto di eccellenza cattolico. “Conosco la qualità dell’educazione cattolica – afferma – sono stati i miei antenati a chiedere ai gesuiti di aprire i loro istituti in Nepal. Molte famiglie reali hanno avuto l’opportunità di studiare nelle loro scuole. La mia famiglia ha sempre avuto buone relazioni con i cattolici”.

In merito all’attuale caos politico che da quattro anni impedisce la presentazione di una nuova costituzione, Gyanendra Shah sottolinea che “i partiti devono assumersi le loro responsabilità e attuare le promesse fatte agli elettori”. Il termine di presentazione della nuova costituzione scade il 27 maggio. In caso di un mancato accordo fra i partiti la comunità internazionale scioglierà l’Assemblea costituente eletta nel 2008.  Nonostante le accuse di molti leader politici, l’ex monarca assicura che in caso di un fallimento dell’Assemblea  i suoi sostenitori non faranno alcuna azione per prendere il potere.

Per combattere i guerriglieri maoisti, Gyanendra Shah dichiarò nel 2005 lo stato di emergenza, sciogliendo le camere e sopprimendo alcuni diritti fondamentali garantiti dalla costituzione del 1990 fra cui la libertà di espressione e di culto.  Ciò suscitò grande preoccupazione fra le minoranze religiose, in particolare quella cattolica che gestiva diversi istituti scolastici. Per anni gli ordini religiosi hanno temuto la chiusura delle loro scuole e l’espulsione dal Paese. Dopo la fine della guerra civile maoista, Gyanendra Shah ha lasciato il potere senza spargimenti di sangue, a patto di mantenere il ruolo simbolico della monarchia, per preservare le tradizioni indù. “Fra me e i principali leader politici – afferma – vi era un accordo fra gentiluomini. Che però non è stato rispettato”.

L’ex re conclude augurando a tutti i cristiani pace e prosperità in vista delle festività di Pasqua. “Possa questa ricorrenza aiutare tutte le persone di qualsiasi casta e ceto ad essere uniti e a promuovere i valori di pace e democrazia”.

Fonte: Asia News.

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