Famiglie gay, la Cassazione riscrive la Costituzione

di Giovanna Arcuri

Ci risiamo. La musica è sempre la solita. Alcuni giudici per l’ennesima volta si sono messi a cambiar le leggi in barba al Parlamento e in barba al buon senso. Il fatto è questo. Un uomo di religione islamica – di cui si conosce solo l’acronimo: E.T.S. – mette al mondo un figlio con un’italiana (I.B.) la quale dopo qualche tempo lascia l’uomo e va a vivere con una donna. Non una qualsiasi. Infatti I.B. era tossicodipendente e si innamora dell’educatrice della comunità di recupero che frequentava tempo addietro. L’uomo poi, tanto per mettere un po’ più di sale alla vicenda, viene alle mani con questa educatrice in un’occasione. E così la Corte di Appello di Brescia stabilisce l’affidamento esclusivo a favore della madre. Insomma un bel pasticcio: loro non sono sposati, lei è tossicodipendente, lui un poco manesco e il figlio dovrà crescere in una coppia omosessuale.

L’uomo però non ci sta e ricorre in Cassazione. Gli argomenti sono dei migliori. Infatti l’avvocato del padre, nel ricorso, ha paventato “ripercussioni negative sul bambino” a motivo del fatto che sarebbe stato educato da due donne e due donne omosessuali. Inoltre c’è il forte dubbio se non la certezza che simile coppia non sarebbe in grado di “garantire l’equilibrato sviluppo del bambino”. Inoltre tale decisione dei giudici di Brescia, secondo il ricorrente, reca un danno “ai diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio di cui all’articolo 29 della Costituzione, all’equiparazione dei figli nati fuori dal matrimonio con i figli legittimi di cui all’articolo 30 della Costituzione e al diritto fondamentale del minore di essere educato secondo i principi educativi e religiosi di entrambi i genitori”.

In queste poche righe del ricorso c’è il succo di questa prima parte della vicenda. Affidare le cure del bambino ad una donna legata affettivamente ad un’altra donna, porta con sé gravi conseguenze giuridiche e sociali. Primo: i giudici di Brescia è un po’ come se avessero legittimato e inventato un altro tipo di famiglia oltre a quella naturale fondata sul matrimonio: la “famiglia” omosessuale. Però è una decisione anti-costituzionale, dato che per il nostro ordinamento di famiglia c’è solo quella nata dal rapporto di coniugio. Secondo: i figli nati al di fuori del matrimonio devono godere degli stessi diritti dei figli nati da una coppia sposata. Il principale di questi diritti è essere educato dai propri genitori biologici, anche nel caso in cui i genitori siano in lite tra loro (l’affido esclusivo scatta solo per motivi gravissimi). Nel caso di Brescia i giudici invece hanno deciso non solo di impedire al padre di vedere il figlio – se non per un breve lasso di tempo ogni quindici giorni – ma hanno inserito il minore in un ambiente non adatto alla sua educazione, discriminandolo rispetto a tutti gli altri bambini che vengono cresciuti da coppie eterosessuali.

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