don Gabriele Mangiarotti
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Vengono in mente le profetiche parole di Péguy: «Questo mondo moderno non è solamente un mondo di cattivo cristianesimo, questo non sarebbe nulla, ma un mondo incristiano, scristianizzato. Ciò che è precisamente il disastro è che le nostre stesse miserie non sono più cristiane. C’era la cattiveria dei tempi anche sotto i Romani. Ma Gesù venne. Egli non perse i suoi anni a gemere ed interpellare la cattiveria dei tempi. Egli taglia corto. In un modo molto semplice. Facendo il cristianesimo. Egli non si mise a incriminare, ad accusare qualcuno. Egli salvò. Non incriminò il mondo. Egli salvò il mondo». [Charles Péguy, Veronique]
E allora, in questo mondo che ha fatto fuori il cristianesimo, c’è una sola prospettiva: «Fare il cristianesimo»! e smettere di pensare che riducendone la portata, addomesticandolo secondo il mondo, potrà rinascere nei cuori. E non pensiamo che sia la questione della comunione ai divorziati risposati o scaramucce del genere a ridare credibilità e pratica al cristianesimo. Se tanti matrimoni falliscono, chiediamoci se abbiamo «evangelizzato» la famiglia cristiana. Se tanti giovani preferiscono, come dice Isaia il profeta: «spendere denaro per ciò che non è pane, il … guadagno per ciò che non sazia» non sarà per caso che abbiamo rinunciato ad una educazione cristiana seria, per appiattirci sulle convinzioni del mondo?
Vediamo le migliaia di martiri cristiani e non sappiamo che dire: ci sembrano esagerazioni quasi vicine al fanatismo, la scuola diventa luogo di indottrinamento a una concezione disumana della vita e non muoviamo un dito, ascoltiamo – purtroppo anche da alte cariche ecclesiastiche – frasi come «Io non mi identifico con i volti inespressivi di coloro che recitano il rosario davanti alle cliniche dove si praticano gli aborti» e tutto scivola via, come se niente fosse!
No, bisogna fare il cristianesimo, imparando dai tanti testimoni che il Signore ci dona, imparando da chi sacrifica la vita (penso a Chiara Corbella, tra i tanti) per affermare la vita dei più piccoli. Bisogna fare il cristianesimo ascoltando e seguendo quei maestri che non fuggono davanti al nemico (penso alla grande Asia Bibi, tra le tante). Bisogna ascoltare il grido di coloro che esprimono una nostalgia per una fede che non hanno o che hanno perso (penso a Oriana Fallaci, tra i tanti) che ci ricordano che solo il cristianesimo autentico ci ha donato frutti di verità, bellezza e libertà che sono il patrimonio più prezioso della nostra storia e cultura.
Bisogna fare il cristianesimo col coraggio di andare contro quelle lobby (ricordate quando Papa Francesco parlava delle lobbies massoniche e gay, anche nella Chiesa?) che hanno sì il potere ma, come ricordava nostro Signore, «non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l’anima e il corpo nella Geenna». (Mt 10, 28).
Saremo pure un «piccolo gregge» ma, come ricordava Papa Benedetto, a volte sono le minoranze creative (e aggiungo: di testimoni) che possono cambiare la storia!
Per uno sguardo sulla situazione dei cristiani nel mondo.
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