Femen all’attacco in Piazza San Pietro

 

Femen VaticanoChi sono, cosa vogliono e soprattutto chi le finanzia.

 

Erano in quattro, compresa la leader del gruppo Inna Shevchenko, di fianco all’albero di Natale in piazza San Pietro. Durante l’Angelus, le Femen hanno dato il loro consueto e chiassoso spettacolo fatto di topless e scritte sul corpo. “Stai zitto, omofobo” e il solito “In gay we trust” erano i messaggi in salsa internazionale.
Probabilmente, visto il freddo, non vedevano l’ora di farsi fermare dai carabinieri. Anche giusto per urlare un po’ di più all’ingiustizia e attirare l’attenzione.
Una prassi, ormai quella delle Femen, che non può essere definita provocatoria e nemmeno sconcertante, ma soltanto una trovata ripetitiva. Anche banale se vogliamo.
Il tutto per protestare contro la manifestazione in Francia dell’UMP, riunita in opposizione alle leggi di Hollande sul matrimonio gay. Evidentemente, secondo le Femen, c’è tutto un mondo che non ha diritto di manifestare per le proprie idee.

Chi sono le Femen.
Il movimento delle Femen è stato fondato in Ucraina nel 2008 da Anna Hutsol, all’epoca studentessa di economia di 25 anni. Sin da subito le venne l’idea di attirare l’attenzione dei media attraverso la nudità. “Mi sono resa conto,” afferma la fondatrice “che il femminismo tradizionale qui in Ucraina non avrebbe attecchito, né con le donne né con la stampa, né tanto meno con la società”. Ecco dunque la scelta di un metodo provocatorio, giustificato dal fatto “che è l’unico modo per essere ascoltati in questo paese. Se avessimo manifestato con il solo ausilio di cartelloni le nostre richieste non sarebbero state nemmeno notate”.
All’inizio le motivazioni erano di stampo sicuramente femminista, e forse anche condivisibili. In particolare il gruppo voleva porre al centro dell’attenzione l’abuso del corpo femminile, il turismo sessuale, la discriminazione e la prostituzione.

Oggi le Femen sono composte per la maggior parte da studentesse di età compresa fra i 18 e i 25 anni. Pare che a Kiev siano circa 300. Tuttavia lo schema che seguono prevede sempre un numero esiguo di ragazze per ogni “uscita”: mai oltre la ventina. E la ripetizione non si ferma qui: insieme agli strepiti e agli slogan quasi sempre uguali, la nudità è ormai un marchio di fabbrica. E lo è talmente tanto che quando un altro gruppo-clone, le “Ru Femen”, hanno osato manifestare nude a Mosca, le Femen originali le  hanno denunciate come false. Hanno anche sostenuto che Putin le stesse finanziando per danneggiarle.

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