Femministe e paladine della Chiesa cattolica | UCCR

Osservando i casi delle Pussy Riot e delle Femen sembra difficile pensare oggi all’esistenza di un femminismo non sguaiato, non violento e rispettoso della fede cattolica e dell’altrui pensiero. Ma a quanto pare si è in errore a sostenere questo.

Per grazia, delle “buone” femministe sembra ancora che esistano: una professoressa americana, Helen M. Alvaré, membro del Pontificio Consiglio per i laici, ha pubblicato recentemente Breaking Through. Catholic Women Speak for Themselves, di cui è curatrice. In questo testo nove donne dimostrano la conciliabilità, anzi  “la vitalità e la forza di essere nella Chiesa cattolica e di vivere al contempo il proprio femminismo.

Queste nove autrici, tra cui troviamo donne sposate, single, lavoratrici ecc. raccontano come la riscoperta della loro fede abbia dato un vero significato alla loro vita, nel lavoro, nella famiglia; non manca chi anche negli abusi e scandali che hanno macchiato la Chiesa individua una speranza da cui poter ripartire. E’ segno di ignoranza, a mio avviso, affermare che la Chiesa cattolica reputi le donne come persone di seconda classe, non degne di considerazione; non solo per riguardo alla Madonna, alla quale la Chiesa ha sempre tributato un onore mai concesso a nessun essere umano, ma anche riguardo a quei modelli di santità che sono le grandi martiri dei primi secoli. Pochi sanno che nel vecchio rito della messa oltre agli apostoli, ai primi papi e confessori della fede, si ricordavano e pregavano quelle sette martiri con grande devozione e stima.

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