Francia: alle scuole private vietato parlare di matrimonio | Tempi.it

gennaio 8, 2013 Benedetta Frigerio

Il ministro dell’educazione, Vincent Peillon, chiede agli istituti cattolici di tacere. Quello degli Interni dà ai prefetti il potere di controllare i gruppi sospetti di “patologia religiosa”.

«I professori non possono insegnare certe materie liberamente», aveva dichiarato il 22 novembre scorso il ministro dell’educazione Vincent Peillon. Le discipline che toccano il tema delle Crociate, della Shoah, della storia delle religioni sono considerate “sensibili”. Antoine Tresgots, delegato nazionale dell’Unione dei sindacati autonomi e professore di storia e geografia, ha spiegato che «tutto ciò che tocca l’identità degli alunni può diventare un argomento scottante» e quindi da evitare. Perché, a suo parere, «certi argomenti richiedono un lavoro di oggettivazione, di presa di distanza», mentre altri non sarebbero nemmeno verificabili. «Pertanto frasi del tipo: “I musulmani credono che”, oppure “Gesù non è…” non possono centrare nulla con le mie lezioni».

LAICITA’? Questa la nuova laicità che il governo francese sta introducendo, passando dall’idea di “laicità negativa” (che si pretende neutra, ma che include solo la visione dello Stato rifiutando tutte le altre) a quella “d’opposizione”, in cui lo Stato rischia di eliminare anche i margini d’autonomia privata: ora anche la scuola cattolica potrebbe essere controllata dalla Repubblica.
A farlo presagire sono le ultime dichiarazioni di Peillon che, due giorni fa, una settimana prima della manifestazione in difesa del matrimonio tra uomo e donna, ha esortato gli istituti cattolici a non discutere in merito al matrimonio perché «c’è il rischio di cadere nell’omofobia». Ci vuole, ha continuato il ministro, «una grande vigilanza (…) Non mi sembra quindi opportuno trasferire il dibattito nelle scuole».

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