Giordania. Ecco come vivono i cristiani | Tempi.it

Nel paese islamico più tollerante del Medio Oriente i cristiani vivono così

maggio 31, 2018Leone Grotti

In Giordania i cristiani non sono oggetto di violenza ma restano cittadini di serie B e devono sottostare alla sharia: la testimonianza del vescovo Salim Sayegh.

«La Giordania è uno dei paesi migliori del Medio Oriente dove essere cristiani» e nonostante questo i cristiani sono «discriminati, soprattutto a scuola, anche se la discriminazione non sfocia mai in violenza grazie all’impegno del re Abdallah II». Così monsignor Salim Sayegh (foto in basso) ha riassunto la situazione dei suoi fedeli nel Regno Hascemita. Intervenuto il 26 maggio a un evento organizzato a Parigi dal forum “Jésus le Messie”, il vescovo emerito del Patriarcato latino di Gerusalemme, nonché vicario patriarcale per la Giordania, ha spiegato quanto sia difficile per una «terra islamica» accettare l’altro da sé nonostante i migliori sforzi delle autorità politiche.

TRE PER CENTO. La Giordania era un territorio a maggioranza cristiana, ma dopo l’invasione islamica cominciata nel VII secolo i fedeli, non potendo pagare il tributo umiliante (jizya), si convertirono uno dopo l’altro, diminuendo sempre di più. Oggi i cristiani sono «solo il 3%» della popolazione e grazie soprattutto alla politica tollerante della monarchia «godono di pace e sicurezza. Le chiese non vengono attaccate, i cristiani sono rispettati, non vengono oppressi e il re insiste sempre che siamo tutti, musulmani e cristiani, una sola famiglia in Giordania», spiega monsignor Sayegh.

TERRA ISLAMICA. Nonostante questo, «quando i musulmani diventano maggioranza in un paese, la considerano terra islamica e impongono determinate regole», continua. La Costituzione della Giordania, pur affermando l’uguaglianza di tutti i cittadini, senza distinzione di razza o religione, riconosce l’islam come religione ufficiale dello Stato e fa della sharia la fonte principale della legge. «Il non musulmano di conseguenza è intrinsecamente discriminato. Un cristiano non può diventare primo ministro o ministro degli Interni o capo dell’esercito, perché una terra islamica non può essere governata da un non musulmano».

LIBERTÀ RELIGIOSA. La discriminazione, continua il vicario patriarcale per la Giordania, è evidente quando si tratta di tutti quei temi che, non essendo disciplinati dal codice penale o civile, sono affidati alla giurisprudenza islamica e ai tribunali della sharia. Pur essendo garantita formalmente la libertà religiosa, è emblematico il caso degli “apostati”, di quelle persone cioè che si convertono dall’islam al cristianesimo: «Secondo la giurisprudenza devono essere condannati a morte, così viene insegnato anche nelle scuole», racconta il vescovo emerito del Patriarcato latino di Gerusalemme. «In Giordania chi rinuncia all’islam perde la patria potestà sui figli, è considerato automaticamente divorziato dalla moglie e non può più sposarsi, non potendo godere dei diritti civili. Alla sua morte, inoltre, i beni vengono ereditati dallo Stato». Niente di tutto ciò avviene invece quando un cristiano si converte all’islam.

MATRIMONI MISTI. Per quanto riguarda i matrimoni misti, un cristiano non può sposare una donna musulmana, mentre l’inverso è permesso, e i figli della coppia sono automaticamente musulmani. Se un cristiano si converte all’islam i suoi figli diventano automaticamente musulmani e se vogliono, una volta compiuta la maggiore età, essere riconosciuti come cristiani, devono recarsi in un tribunale della sharia «dove verranno definiti apostati», con tutto quello che ne consegue.

«I CRISTIANI NON SONO CITTADINI». Anche a scuola «il fondamentalismo è in aumento. Professori estremisti nelle scuole e nelle università fanno molta pressione sugli studenti cristiani, che dovrebbero avere diritto a studiare la propria religione, come previsto dalla legge, anche se non accade e sono costretti a studiare l’islam». Inoltre, prosegue monsignor Sayegh, «nei libri di testo viene scritto che i cittadini giordani sono tutti musulmani. Il fondamentalismo del ministero dell’Educazione non riconosce dunque che i cristiani possano essere cittadini della Giordania. Spesso poi i musulmani si rifiutano di sedersi vicino ai cristiani o non stringono loro la mano. Malgrado la moderazione per cui la Giordania è conosciuta, questa discriminazione esiste in molti settori, anche se bisogna dire che non sfocia mai in violenza».

«FRANCESI, STATE ATTENTI». Davanti a questi fatti, spiega il vescovo emerito, risulta chiaro che «non esiste l’islam moderato o fondamentalista: esiste solo l’islam. Ci sono poi dei musulmani che possono essere definiti moderati perché accettano l’altro, ma l’islam è questo. Qui in Francia c’è uguaglianza tra cristiani e musulmani, perché esiste la laicità, ma in terra islamica c’è solo la sharia e l’uguaglianza non è possibile perché la religione regola tutto: dalla società alla cultura alla politica». Dunque, conclude monsignor Sayegh con un monito, «i francesi devono stare attenti perché i musulmani si approfittano della libertà religiosa europea per instaurare l’islam ed espandersi. E poiché i musulmani sono refrattari alla laicità, anche la laicità in Francia è in pericolo».

Foto Ansa

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