Gli attivisti spingono sull’argomento dell’uguaglianza di genere a sostegno dell’aborto legalizzato – Prolife News

Molti sostenitori dell’aborto legalizzato argomentano che esso si renda necessario a garanzia dell’uguaglianza di genere. Il peso della gravidanza e del parto ricade sulle donne e mai sugli uomini, e pertanto solo con l’accesso all’aborto le donne potrebbero essere davvero uguali e capaci di determinare il corso delle loro vite.
Il Presidente Barack Obama ha detto, in un discorso a supporto dell’aborto, “Noi dobbiamo… assicurarci che le nostre figlie abbiano gli stessi diritti, libertà ed opportunità dei nostri figli di realizzare i loro sogni.” Ruth Bader, giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti, ed altri affermano che il presunto diritto costituzionale all’aborto dovrebbe esser fondato sulla Equal Protection Clause (Clausola di Uguale Protezione) del XIV Emendamento (“nessuno stato… negherà ad alcuno nella sua giurisdizione l’uguale protezione delle leggi”) piuttosto che sulla Due Process Clause (Clausola del Giusto Processo – come stabilito dalla Corte nel caso Roe contro Wade). L’uguaglianza di fronte alla legge richiederebbe l’accesso all’aborto.

Diversi doveri, non diverso trattamento
Questo argomento potrebbe sembrare convincente a prima vista, ma non resiste ad un’analisi ragionata.
Primo, la disparità di doveri non è necessariamente ingiusta o contraria all’uguaglianza tra gli uomini. Ad esempio, il dovere di prendersi cura di bambini di cinque anni ricade quasi esclusivamente sui genitori di bambini di cinque anni e quasi per nulla su tutti gli altri. Analogamente neanche le leggi contro l’omicidio o l’abbandono di bambini di cinque anni riguardano qualcun altro – potremmo addirittura affermare che esse privino i genitori dell’uguaglianza di “diritti, libertà ed opportunità” rispetto ai non genitori. Ma chiaramente tali leggi non sono sbagliate.
Ed è allo stesso modo che il carico della gravidanza ricade sulle donne e non sugli uomini, e una legge che vieti di uccidere con l’aborto un bambino non ancora nato impatterebbe sulle donne in modo diverso rispetto agli uomini. Ma una tale legge non sarebbe per tal motivo ingiusta. Le stesse leggi possono toccare le persone in modi differenti in differenti circostanze, ma ciò non significa che esse trattino le persone in modo differente. Ad ognuno dovrebbe essere ugualmente proibito di uccidere un essere umano innocente. Tale proibizione non è diretta verso un particolare genere. Nessuno ha il diritto di sopprimere una vita innocente.

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