Gli ottocento martiri di Otranto, una storia sempre attuale » Settimo Cielo – Blog – L’espresso

Domenica 12 maggio papa Francesco proclamerà santi Antonio Primaldo e i suoi ottocento compagni che furono martirizzati a Otranto nel 1480 dai musulmani.

Nel martirologio romano si legge, a loro proposito:

“… i circa ottocento beati martiri che a Otranto, in Puglia, incalzati dall’assalto dei soldati ottomani a rinnegare la fede, furono esortati dal beato Antonio Primaldo, anziano tessitore, a perseverare in Cristo, e ottennero così con la decapitazione la corona del martirio”.

Ad autenticare il loro martirio è stato Benedetto XVI, il 6 luglio 2007.

L’obiettivo del califfo Maometto II era di conquistare Roma, dopo aver già preso Costantinopoli nel 1453. Otranto, la città più orientale d’Italia, era l’approdo dal quale marciare verso la capitale della cristianità. Lo fermarono dei cristiani pronti a difendere la fede a prezzo della vita.

La loro storia è commovente. E può essere riletta in una pagina di www.chiesa di sei anni fa. Il narratore è Alfredo Mantovano, magistrato cattolico, ex senatore e conterraneo di quei martiri, nato nel sud della Puglia:

> Come gli ottocento di Otranto salvarono Roma

Che non sia una storia relegata al passato lo ricorda papa Francesco, tutte le volte che richiama l’attenzione sui tanti cristiani che ancora oggi sono uccisi in odio alla fede.

Venerdì 10 maggio, ricevendo in udienza il patriarca della Chiesa ortodossa copta d’Egitto, Tawadros II, ha detto:

“‘Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui’ (1 Cor 12, 26). Questa è una legge della vita cristiana, e in questo senso possiamo dire che esiste anche un ecumenismo della sofferenza: come il sangue dei martiri è stato seme di forza e di fertilità per la Chiesa, così la condivisione delle sofferenze quotidiane può divenire strumento efficace di unità. E ciò è vero, in certo modo, anche nel quadro più ampio della società e dei rapporti tra cristiani e non cristiani: dalla comune sofferenza, possono infatti germogliare, con l’aiuto di Dio, perdono e riconciliazione”.

 

Fonte: Gli ottocento martiri di Otranto, una storia sempre attuale » Settimo Cielo – Blog – L’espresso.

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