Gruppo di omosessuali “cattolici” scrive a Papa Francesco

Abbiamo già scritto sul suicidio di quel povero ragazzo di Roma e abbiamo ricordato come questa tragedia colpisca molti giovani, oggi come ieri. Siamo anche colpiti dalle notizie che raccontano di uomini maturi che non ce la fanno più di fronte alla perdita del lavoro, al fallimento della ditta, alle cambiali protestate.
Abbiamo letto con dolore di quel ragazzino che si è buttato dalla finestra per il rifiuto del padre di lasciarlo uscire cogli amici (e ci ha colpito lo strano silenzio dei media su questo dramma, come se ci fossero suicidi di serie A e di serie B).
Abbiamo anche letto della lettera di un gruppo di omosessuali che si definisce “cattolico” e che chiede al Papa un gesto di comprensione.
Non sappiamo che cosa farà il Papa. Ma ci torna in mente quanto già nel 1977 un giovane scriveva a proposito del suicidio di un suo amico. Riporto la notizia:
„Nel settembre del 77 il quotidiano Lotta continua pubblica una lettera firmata «un amico di Roberto», che dice: «scrivo queste righe perché un nostro compagno si è suicidato. Purtroppo fatti come questi sono sempre più frequenti non fanno neanche notizia…». E concludeva: «Tra i tanti motivi che ci spingono a modificare il nostro comportamento politico e personale, c’è anche il desiderio che nessun compagno sia costretto più ad andarsene così; c’è il desiderio che tra la nostra splendida teoria piena di futuri paesi delle meraviglie e la nostra ‘squallida’ pratica quotidiana non si lasci più aperto un varco così grande dove un uomo possa perdersi.“
A me pare che questa riflessione ci possa essere d’aiuto per prendere una posizione. L’amico di Roberto non usa la morte del suo compagno per un proprio progetto, ha l’onestà di porre a sé e agli amici la domanda giusta.
Riusciremo anche noi a capire che è in gioco quella che si chiama, usando le parole del Meeting per l’Amicizia tra i Popoli, «emergenza uomo»?
Riusciremo a capire che in questo «varco» dell’ideologia da una parte, e della assenza degli adulti dall’altra, i giovani, tutti, ma proprio tutti, si perderanno? Capiremo che non sarà una legge, né quella liberticida che si apprestano a votare i parlamentari, né qualunque altra norma, a sostituire gli uomini nel fare crescere generazioni mature e responsabili? «Accanto a un uomo che soffre ci vuole un altro uomo» ricordava Giovanni Paolo II tempo fa. Saremo noi questi uomini, nuovi samaritani di questo difficile tempo?

Ecco le parole esatte del Papa Giovanni Paolo II: «E io vengo, carissimi fratelli e sorelle, per mostrarvi il significato di questa vicinanza; per dirvi che siamo vicino a voi per darvi un segno di quella speranza, che per l’uomo deve essere l’altro uomo. Per l’uomo sofferente, l’uomo sano; per un ferito, un medico, un assistente, un infermiere; per un cristiano, un sacerdote. Così un uomo per un altro uomo. E quando soffrono tanti uomini ci vogliono tanti uomini, molti uomini, per essere accanto a quelli che soffrono.»

Fonte: Gruppo di omosessuali “cattolici” scrive a Papa Francesco.

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