Guido: l’Opera Nazionale Barilla è con te! ~ CampariedeMaistre

di Riccardo Facchini e Isacco Tacconi

L’ira della galassia gay e di tutto il suo codazzo gay friendly si è abbattuta ieri su Guido Barilla che, a quanto sembra, non è più libero neanche di decidere se il suo notissimo brand debba essere o meno rappresentato, nei propri spot pubblicitari, da una famiglia tradizionale. Che il livello di censura e di persecuzione mediatica nei confronti dei non allineati fosse ormai alle stelle era risaputo, ma il clamore suscitato dalle dichiarazioni rilasciate dall’imprenditore l’altro ieri a “La Zanzara” ha un non so che di tragicomico.

Il furor benpensante non risparmia ormai nessuno e richiede ovviamente pubbliche abiure. Non sono infatti bastate le precisazioni e le scuse che il sig. Barilla ha rivolto alla comunità ellegibitì. Il presidente dell’associazione omosessuale Equality Italia, Aurelio Mancuso, ha indetto una campagna di boicottaggio contro la sua azienda, dichiarando che «si è voluta lanciare una offensiva provocazione per far sapere che si è infastiditi dalla concreta presenza sociale» dei gay, dato che nessuno aveva chiesto a Barilla di fare uno spot avente degli omosessuali come protagonisti. Peccato che sia stato lo stesso conduttore – il già noto Cruciani, per il quale ormai ogni scusa è buona per parlare di gay e cattolici – ad avergli posto la fatidica domanda. Il patron non ha fatto altro che rispondere in scienza e coscienza, aggiungendo, inoltre, di non essere affatto sfavorevole alle nozze tra persone dello stesso sesso. Basta sentirsele tutte le interviste, saccentoni arcobaleno.

Il boicottaggio della Barilla ha riscosso da subito importantissssssime adesioni: Alessandro Zan (chi è costui?), deputato di Sel (ma dai?!) ha dichiarato: «Ecco un altro esempio di omofobia all’italiana. Aderisco al boicottaggio della Barilla e invito gli altri parlamentari, almeno quelli che non si dimettono, a fare altrettanto. Io comunque avevo già cambiato marca. La pasta Barilla è di pessima qualità». Al Carneade di Sel si è poi aggiunto lo sciacallaggio pubblicitario che la Buitoni e la Garofalo hanno prontamente messo in piedi sui Social Network. Nel frattempo, la pagina Facebook della Barilla ha guadagnato 2000 “mi piace”

Tutta sta caciara mediatica un risultato però l’ha ottenuto: mostrare al mondo la nuova frontiera della propaganda omosessualista. Ormai non si tratta più infatti di “non puoi dire nulla ‘contro‘ i gay” (come se noi si passasse tutti i giorni a parlare ‘male’ dei gay, vabbè) ma di “devi esser favorevole alle loro battaglie”. Anche una serena epoché, una laica sospensione del giudizio, oppure il “non voglio diffondere un’idea che non mi appartiene” sono ormai spie di omofobia. Non basta più autocensurarsi: devi essere con “loro”, altrimenti sei contro di “loro” e la gaystapo ti scatena contro tutta la sua potenza di fuoco.

Da canto nostro, speriamo che Guido Barilla non si faccia intimorire e che la sua azienda resti quella di uno spot del 1988 in cui il papà (oggi genitore Uno), in procinto di partire per un viaggio di lavoro, saluta sua moglie (oggi genitore Due) e i suoi figli i quali, per farlo sentire a casa pure nella solitudine della distanza, gli mettono amorevolmente un fusillo nella tasca della giacca. 
Troppo smielato come quadretto? Il padre di famiglia in realtà stava andando con l’amante brasiliana e, una volta tornato a casa, avrebbe picchiato moglie e figli prima di mettersi a vedere la partita ruttando in libertà? A noi nati negli anni Ottanta invece, generazione “bambina-Barilla-che-accudisce-il-gattino-sotto-la-pioggia-con-sottofondo-musicale-strappalacrime” è sempre sembrato uno spot semplice e innocuo. Un ritratto di famiglia naturale come se ne vedono poche oggi, un’immagine eloquente di una realtà che fa invece incazzare quella caricatura di una femminista che è il (pardon, LA) presidente della Camera Laura Boldrini.
Noi scriventi, si diceva, facciamo parte di quella generazione di “giovani Barilla” che di quelle pastasciutte se n’è mangiate in quantità industriali e che non ha subito alcun trauma per colpa degli spot incriminati: abbiamo quindi saputo apprezzare la schiettezza e la libertà intellettuale di un imprenditore che non ha voluto dare il contentino all’ideologia del gender e ai suoi ridicoli epigoni. Siamo inoltre convinti che se Guido Barilla avesse scelto di fare spot arcobaleno avrebbe certamente ottenuto il plauso e l’appoggio dei media asserviti. Il Nostro ha, invece, nonostante qualche scivolone (“non sono contrario alle nozze gay…“) e le solite scuse di rito (il coraggio su certi temi non è solitamente caratteristico dell’imprenditore) preferito non svendere la propria coerenza. 
Guido, anche se hai le idee un po’ confuse, non ti preoccupare: l’Opera Nazionale Barilla è con te!

Fonte: Guido: l’Opera Nazionale Barilla è con te! ~ CampariedeMaistre.

Print Friendly, PDF & Email
Questa voce è stata pubblicata in Europa e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.