I cattolici e il voto: qualche (utile) riflessione ~ CampariedeMaistre

di Giulia Tanel Nell’ultimo periodo mi è capitato più volte di discutere di politica con amici cattolici e la domanda di fondo era sempre la stessa: “Ma noi cattolici chi possiamo votare alle prossime elezioni?”.

Chiarisco subito che non conosco la risposta a questa domanda e che non ritengo di avere le competenze politiche per dare consigli a nessuno.
La cosa che mi interessa fare è solamente proporre alcune riflessioni.
In primo luogo, è doveroso evidenziare che la Chiesa non dà ai fedeli indicazioni vincolanti circa il partito da votare, anche se qualche giorno fa un amico sosteneva ironicamente che “da qualche parte ci dev’essere scritto che i cattolici non possono votare a sinistra, forse è nella Bibbia”.
Quali sono dunque i criteri che i fedeli devono seguire nell’apporre la propria croce sulla carta elettorale? Ebbene, i cattolici sono chiamati a propendere per le fazioni politiche che dimostrano di promuovere e difendere i cosiddetti “principi non negoziabili”, che Benedetto XVI ha mirabilmente dettagliato nel corso di un Convegno promosso dal PPE il 30 marzo del 2006. Riportiamo le parole del papa: «Per quanto riguarda la Chiesa cattolica, l’interesse principale dei suoi interventi nella vita pubblica si centra sulla protezione e sulla promozione della dignità della persona e per questo presta particolare attenzione ai principi che non sono negoziabili. Tra questi, oggi emergono chiaramente i seguenti: la protezione della vita in tutte le sue fasi

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