I cristiani perseguitati diventano protagonisti di una storia a fumetti

L’iniziativa vuole denunciare in modo grafico il martirio dei cristiani in pieno XXI secolo

Erbil, Iraq, dicembre 2014. Una processione da brivido è la prima manifestazione pubblica che può essere effettuata da migliaia di cristiani della regione dopo che avevano dovuto lasciare tutto e fuggire dallo Stato Islamico, l’orda sanguinaria che aveva attaccato la Piana di Ninive seminando orrore, tortura e morte.

Episodi come questo hanno sottolineato il tormento dei cristiani sotto il giogo brutale dei fanatici assassini. Fino all’anno scorso c’erano ancora regioni dell’Iraq e della Siria dominate dagli jihadisti, che hanno perso terreno ma sono ancora lungi dal poter essere considerati sconfitti.

Sono alcuni di questi episodi che danno vita al libro a fumetti Cristiani perseguitati – Il martirio per la croce oggi, un’iniziativa che vuole mostrare in modo grafico la sofferenza dei cristiani nel mondo attuale.

Gian Micalessin, editor del libro, ha spiegato che “il fumetto non è soltanto per i bambini. È un’espressione grafica che unisce l’immagine alla narrazione. Per cui, da questo punto di vista, [la denuncia] è sicuramente più efficace, perché arriva più chiaramente al destinatario e ha poi il vantaggio appunto di unire sia un pubblico adulto sia un pubblico giovane”.

La persecuzione subìta dai cristiani per il semplice fatto di essere cristiani non è del tutto nota. Secondo i dati più recenti, ci sono almeno 50 Paesi in cui dcirca 215 milioni di cristiani vengono emarginati, attaccati, discriminati e perfino assassinati solo per la fede che professano.

“Ci siamo accorti della persecuzione dei cristiani perché è arrivato lo Stato Islamico, ma avremo dovuto accorgercene molto prima. È una tragedia su larga scala che, molte volte, come cristiani europei sottovalutiamo”, ha commentato Micalessin.

Anche prima dello Stato Islamico, infatti, i cristiani del Medio Oriente e di altre parti del mondo erano già vittime di violenza per odio alla fede.

Tra i casi di maggiore impatto mondiale ci sono stati il sequestro e l’omicidio dei monaci trappisti di Tibhirine, in Algeria, nel 1996, ad opera degli estremisti islamici. Le loro teste decapitate vennero ritrovate in una fognatura, e la loro storia scioccante ha ispirato il famoso film Uomini di Dio, del 2010.

Ma l’orrore anticristiano non riguarda solo l’ambito islamico. Nel 2008 il mondo ha assistito al massacro dell’Orissa, in India, in cui decine di induisti radicali hanno assassinato più di cento cristiani e distrutto 300 chiese. Attacchi minori contro i cristiani si verificano ancora oggi in India. La persecuzione aveva luogo e ha luogo tuttora anche nei luoghi in cui è proibito credere in Dio. Il “buco nero” della libertà religiosa nel pianeta è la Corea del Nord, dove ufficialmente non esiste un solo credente. L’unica opzione di culto per i nordcoreani che mantengono la fede nella clandestinità è fuggire in Cina, un altro dei Paesi in cui i cristiani sono più perseguitati.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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