I cristiani siriani e il terrore «di essere i prossimi | Tempi.it

settembre 17, 2014Redazione

Il vescovo della città racconta l’angoscia dei fedeli. «Non bisogna bombardare, ma nemmeno permettere che si riforniscano armi a questi terroristi».

siriani-aleppo«Le famiglie dicono: “Ieri Mosul, oggi Aleppo”». C’è grande apprensione tra la popolazione cristiana in Siria per l’avanzata del Califfato islamico. Lo spiega oggi al Quotidiano nazionale monsignor Antoine Audo (foto sotto), vescovo di Aleppo (qui l’intervista a tempi.it) che dice: «Sappiamo di essere nel mirino dei jihadisti dell’Isis e dopo quanto fatto in Iraq abbiamo il terrore di essere i prossimi. Si può morire in ogni ora».
I fedeli vivono nell’angoscia perché sanno che «questi gruppi di fanatici hanno il progetto di cacciare via i cristiani». L’avanzata degli ultimi mesi «verso Mosul e la piana di Ninive, dove hanno fatto razzia delle case e delle comunità locali, derubato, messo in fuga 120 mila cristiani e altre minoranze» fa sì che tutti vivano «nella paura di perdere la propria abitazione» e che tutto accada «da un momento all’altro. Non c’è modo di scampare alla loro furia violenta».
Secondo Audo «bombardare non è la soluzione, ma non si può nemmeno essere ostaggio di un piano internazionale segreto in cui si riforniscono di armi questi terroristi e si fomenta la volontà di destabilizzazione della regione. C’è un progetto politico dietro la loro avanzata che deve essere fermato».
Tutti guardano a papa Francesco come «a una grande autorità morale», anche gli stessi musulmani, «ma allo stesso tempo tempo bisogna dire che nella realtà non vediamo frutti, non ci sono risultati e come cristiani aspettiamo».

antoine-audoPREGHIERE A RIMINI. Proprio per non dimenticare la tragica realtà vissuta da tanti cristiani, il gruppo “Nazarat” di Rimini ha lanciato un “Appello all’umano” organizzando un momento di preghiera in città. «Continuiamo – scrivono in un comunicato – a fare appello all’umanità di tutti, cristiani di ogni confessione e non credenti, ma a tutti quanti non vogliono passare sotto silenzio questa ferita inferta al cuore dell’umanità e per non restare indifferenti alle violazioni dei diritti fondamentali dell’uomo e alla persecuzione religiosa. Sabato 20 settembre alle ore 21,15 a Rimini in piazza Tre Martiri (di fianco al tempietto di Sant’Antonio) ripeteremo il gesto cui abbiamo dato inizio nel mese di agosto, con un momento semplice di preghiera, il Rosario, e testimonianze che ci avvicinino ai perseguitati, ricordando in particolare le donne calpestate nei loro diritti e nella loro dignità femminile».

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