I fanatici hanno vinto: ci tengono in ostaggio :: Daniel Pipes

Se i musulmani scendono in piazza in quasi trenta paesi scatenando episodi di violenza anti-occidentale, qualcosa d’importante sta accadendo. Ecco alcune riflessioni su ciò che questo potrebbe significare.

Il Codice Rushdie si è propagato come un virus. Il colpo da maestro dell’Ayatollah Khomeini del 1989 di imporre una fatwa di condanna a morte contro Salman Ruhdie si è ora diffuso ed è diventato la risposta monotona degli islamisti agli oltraggi percepiti. Dicendo all’Occidente ciò che può e non può essere detto dell’Islam, Khomeini cercò di imporre a esso la legge islamica (la shari’a). Il recente ciclo di ferocia ha per lo più assunto la forma di manifestazioni di protesta e di violenze contro gli edifici dei Paesi occidentali (scuole, sedi commerciali e diplomatiche) in Afghanistan, Bahrein, Bangladesh, Cina, Egitto, India, Indonesia, Iraq, Israele e Autorità palestinese, Kuwait, Libano, Libia, Malesia, Marocco, Nigeria Pakistan, Qatar, Sudan, Siria (compresi i ribelli appoggiati dagli americani), Tunisia, Turchia e nello Yemen come pure in Australia, Belgio, Francia, Germania e Regno Unito. Finora, una trentina di persone ha perso la vita. I governi iraniano ed egiziano vogliono mettere le mani sugli autori de “L’innocenza dei musulmani”, un film contrario a Maometto apparso su YouTube, ritenuti responsabili della violenza.

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