Il Cairo Egitto: si apre uno spiraglio?

di Giorgio Bernardelli

Dopo una nuovo assedio di massa al palazzo presidenziale venerdì sera (con l’esercito che ha lasciato fare) da Morsi arriva la disponibilità a rinviare il referendum sulla Costituzione. Ora il dialogo forse è possibile

VENERDI’ 7 DICEMBRE

Ore 21
È successo qualcosa di importante stasera in Egitto. La seconda manifestazione di massa dell’opposizone liberale al palazzo presidenziale di Heliopolis – all’indomani del discorso molto duro del presidente Mohammed Morsi – ha portato l’esercito a scoprire le carte: lasciando fare i manifestanti che aprivano varchi nelle barriere di filo spinato i militari hanno lanciato un segnale chiaro ai Fratelli Musulmani. Che hanno dovuto cambiare linea rispetto a solo 24 ore fa. Il vice-presidente è andato in tv a leggere una dichiarazione di Morsi in cui si dice disposto a rinviare il contestatissimo referendum sulla costituzione, fissato per sabato 15 dicembre. E a conferma di un atteggiamento più aperto a un dialogo non solo di facciata sono stati liberati i manifestanti che mercoledì sera erano stati «arrestati» dai Fratelli Musulmani (gli stessi che solo ieri il presidente diceva aver «confessato» – con le modalità descritte da al Masry al Youm nell’articolo citato sotto – di essere stati pagati da cospiratori stranieri per complottare contro la rivoluzione). In contemporanea il principale leader dell’opposizione – Mohammed El Baradei – ha tenuto un discorso in cui ha posto le due condizioni per il dialogo: il ritiro del decreto del 22 novembre con il quale Morsi ha assunto poteri eccezionali e (appunto) il rinvio del referendum costituzionale. Insomma: l’impressione è che stavolta ci siano davvero le premesse per un allentamento della tensione nelle prossime ore.

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