Il convegno per la Vita al Regina Apostolorum | Corrispondenza romana

(di Alessandro Bassetta) «Ciò che non è persona, in fondo non è nulla». Con questo aforisma di Nicolas Gomez Davila il card. Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, ha chiuso la sessione mattutina del convegno Medici fino in fondo. Il buon medico nei casi eticamente sensibili, svoltosi sabato 11 maggio 2013 presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. Il cardinale nella sua Lectio Magistralis ha rimarcato il valore incomparabile della vita umana: l’uomo non è una conseguenza casuale, un risultato accidentale di forze impersonali, ma l’unica creatura meritevole di vivere eternamente con il suo creatore. Constatando come l’unico criterio per stabilire ove ci sia “persona” sia l’appartenenza biologica al genere umano, l’arcivescovo ha aggiunto come il concetto di persona non esista dove il Cristianesimo non è mai arrivato.

Durante il corso della mattinata, dopo le considerazioni di Padre Gonzalo Miranda si sono succeduti alcuni specialisti di tematiche moralmente rilevanti: l’androloga Antonella Bertozzi, la prof.ssa Elena Giacchi del Centro Studi Regolazione Naturale della Fertilità, il prof. Tonino Cantelmi dell’Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici (A.I.P.P.C.), il Prof. Giuseppe Noia presidente dell’Associazione Italiana Ginecologi e Ostetrici Cattolici (A.I.G.O.C.), il prof. Carlo Bellieni dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, il dott. Antonio Oriente (ex abortista), la psichiatra Maria Cristina Del Poggetto e la psicoterapeuta Cinzia Baccaglini.

La sessione pomeridiana si è aperta con l’intervento di mons. Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste, il quale ha insistito sulla necessità di situare la riflessione sulla difesa della vita dentro la Dottrina sociale della Chiesa, «perché ‒ ha detto ‒ in questo consiste il ruolo pubblico della fede cattolica, che non parla solo all’interiorità della persone, ma esprime la regalità di Cristo anche sull’ordine temporale. La regalità di Cristo ha certamente un significato spirituale, ma ne ha anche uno cosmico e sociale».

Hanno preso la parola poi Enrico Masini dell’associazione Giovanni XXIII (che per le sue posizioni favorevoli all’adozione degli embrioni congelati ha ricevuto alcune contestazioni), il neurochirurgo Massimo Gandolfini, i coniugi Paluzzi della Quercia Millenaria e il Presidente dei Giuristi per la Vita Gianfranco Amato. Sono state inoltre premiate personalità che si sono distinte nella cultura della vita e nell’attività di aiuto e sostegno alla maternità difficile tra cui Jeanne Monahan, presidente della March for Life di Washington, che ha invitato a non farsi prendere mai dallo scoraggiamento, ma alimentare quella luce che guida la battaglia della popolo della vita contro la cultura della morte; mons. Ignacio Barreiro, direttore di Vita Umana Internazionale; Toni Brandi, direttore della rivista Notizie Pro Vita e Gianfranco Blaas, ex primario del reparto di ostetrica e ginecologia in un ospedale veneto. Hanno chiuso la giornata gli interventi del prof. Edmund Agbo, presidente dell’International Bio-research Institute nigeriano e socio fondatore della Steadfast Foundation, e Lila Rose, presidente dell’associazione americana Live Action.

Molti dei relatori presenti al convegno hanno raccontato esperienze personali, alcune dolorose, altre a lieto fine, tutte commoventi, avendo vissuto e continuando a vivere in prima persona quanto orgogliosamente, e spesso totalmente controcorrente nel loro ambito, proclamano. La scienza, la medicina, il progresso in generale devono aiutare l’uomo, non continuare a perpetrare delitti silenziosi nei confronti degli esseri umani più indifesi; perché la vita è degna di essere vissuta, anche per pochi attimi, anche quando, salvo miracoli, il bambino che nasce è destinato a salire in cielo subito dopo aver visto la luce, o destinato a vivere in condizioni che la moderna visione utilitaristica del mondo reputa “indegne”. (Alessandro Bassetta)

Fonte: Il convegno per la Vita al Regina Apostolorum | Corrispondenza romana.

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