Il coraggio di fermare Boko Haram

di Luca Pezzi

12/07/2012 – L’arcivescovo di Jos, una delle città più colpite, risponde alle nostre domande dopo la messa a Montecitorio. Lo spettro di un “nuovo Sudan”? «Gli sforzi sono perché ciò non accada. Io continuo a camminare con tutto il popolo, musulmani e cristiani»

I controlli davanti alla chiesa cattolica Holy Trinity, <br>nella capitale Abuja. Il 22 gennaio e il 26 febbraio. L’11 marzo. L’8 e il 29 aprile. Il 3, il 10, il 17 giugno. E l’8 luglio. Sono tutte domeniche. Domeniche di sangue per il Nord della Nigeria, segnato in questi mesi da vari attacchi terroristici anche durante le celebrazioni cristiane. Il Paese più popolato dell’Africa, 160 milioni di abitanti e 250 etnie, viene rappresentato nelle cartine di molti giornali spaccato a metà, in un Nord musulmano e un Sud cristiano, con l’affacciarsi dello spettro di un “nuovo Sudan”.
Monsignor Ignatius Kaigama è arcivescovo di Jos, una delle città più colpite del Paese, e presidente della Conferenza episcopale. Scambiamo qualche battuta con lui al termine della messa celebrata con un gruppo di parlamentari nella cappella della Camera dei Deputati. È il giorno di san Benedetto: «Che il Signore ci aiuti – dice nell’omelia – a rispondere con coraggio e grande fiducia dentro questa situazione in cui ci troviamo. Per Lui, in Lui e con Lui possiamo trovare quella pienezza di vita che ogni cuore e ogni persona desidera». Poi ricorda l’impegno dello Stato italiano, primo in Europa ad essere sceso in campo in difesa della libertà religiosa, e l’impegno e la presenza di suor Caterina Dolci, missionaria bergamasca in Nigeria da più di trent’anni (leggi l’omelia).

Eccellenza, per alcuni giornali non si tratta di tensioni religiose…
Ci sono differenti livelli e dobbiamo distinguerli. Non tutte le crisi in Nigeria sono religiose: qualche volta abbiamo tensioni fra musulmani e cristiani, ma sono normali e non degenerano in violenza, altre volte abbiamo tensioni tra contadini e pastori. Siccome i pastori sono musulmani e i contadini sono cristiani qualcuno parla di conflitti religiosi, ma si tratta di animali e fattorie. Poi c’è Boko Haram, che vuole distruggere il cristianesimo: questo è un problema religioso. Ma bisogna distinguere.

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