MARTEDÌ, quando si apriranno le porte della Cappella Sistina, l’arcivescovo di Milano Angelo Scola ci entrerà, secondo i bookmaker, come l’italiano più papabile. Magdi Cristiano Allam, presidente di «Io amo l’Italia» che da Benedetto XVI ha ricevuto i sacramenti quando si è convertito al cattolicesimo, non si presta a un totoconclave che impazza come mai prima ma, da fedele, ha una sua idea: «L’eventuale scelta del cardinale Scola solleverebbe un’incompatibilità con quello che è stato il magistero di Benedetto XVI, generando grande confusione nei fedeli e nella Chiesa».
Come mai?
«Bisogna considerare un fatto storico: per la prima volta nella nostra storia contemporanea avremo la compresenza di due Papi. Il Papa ha come grande elettore lo Spirito Santo: è il rappresentante di Gesù Cristo in Terra, depositario di un’investitura divina che non decade con le dimissioni “terrene”. Se tra il Papa emerito e quello “effettivo” dovesse emergere una divergenza, o addirittura un contrasto, questo accrescerebbe il disorientamento nella Chiesa. Che già vive una fase di grande turbolenza interna: con le sue dimissioni Benedetto XVI ha voluto dare un segnale forte di denuncia, nei confronti dell’imperversare del relativismo e del materialismo anche all’interno della Chiesa, che si sono tradotti in scandali finanziari ed etici. E anche in vicende dolorose sul piano particolare del rapporto con l’Islam, a cominciare da Ratisbona».
In che senso?
«Il Pontefice aveva avuto l’onestà intellettuale e il coraggio umano di dire la verità sull’Islam, anche se poi è stato costretto a “giustificarsi” dalla diplomazia vaticana per mettere a tacere le polemiche e le minacce<MC1>. Il cardinale Scola invece, quando era patriarca a Venezia, ha creato la Fondazione Oasis, che mira a favorire il dialogo religioso tra Islam e cristianesimo evidenziando la compatibilità tra le due religioni. È il teorico del cosiddetto meticciato culturale».
Il problema è il dialogo interreligioso?
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