Il futuro nero dei cristiani copti, prime vittime sacrificali – [ Il Foglio.it › La giornata ]

Ieri, mentre al Cairo era in corso il massacro dei Fratelli musulmani, tre chiese copte sono state assaltate dagli islamisti: ad al Minya, situata lungo il Nilo a circa 150 chilometri dalla capitale, migliaia di manifestanti hanno attaccato una chiesa copta e l’hanno incendiata, per disperderli la polizia ha fatto massiccio ricorso ai lacrimogeni, otto i morti e 30 i feriti. A Sohag, 200 chilometri a sud del Cairo, e a Suez è stato appiccato il fuoco a due chiese e a una scuola. Terribile segnale di un futuro ormai certo: i gruppi islamisti già oggi operanti e i gruppi terroristi che nasceranno dopo la disgraziata scelta della giunta militare di risolvere nel sangue la crisi politica in cui è precipitato il paese, vedono nei copti il principale obiettivo della loro vendetta. Fenomeno iniziato subito dopo la deposizione di Morsi nel Sinai, zona di massimo insediamento operativo dei gruppi islamisti, con l’uccisione di un sacerdote copto e la decapitazione di un commerciante cristiano ad al Arish, seguite dalla fuga di 100 famiglie cristiane. Si è infatti subito consolidata nell’area islamista egiziana, così come tra i Fratelli musulmani la convinzione che la chiesa copta sia stata la principale alleata di Fattah al Sisi nella deposizione di Morsi. Convinzione rafforzata dall’apparizione televisiva del 3 luglio del Papa copto Tawadros, assieme all’Imam di al Azhar e a Mohammed el Baradei, subito dopo il “pronunciamento” di al Sisi che annunciava la deposizione di Morsi, chiaro segnale della piena approvazione delle due massime autorità religiose egiziane dell’operato dei militari. I copti (il 10 per cento circa degli egiziani) sono dunque entrati ancora più nel mirino degli jihadisti ed è purtroppo facile prevedere che lo saranno sempre di più nel futuro. D’altronde, i 15 mesi di presidenza di Mohammed Morsi e del governo dei Fratelli musulmani, sono stati caratterizzati non solo da una continuità di attentati contro le comunità copte, ma anche da una palese complicità delle forze di sicurezza governative con gli assalitori ed è quindi ovvio che le gerarchie della chiesa copta abbiano salutato con sollievo la fine di Morsi.

La persecuzione dei cristiani – non solo copti – in Egitto è vicenda secolare ed era riesplosa con violenza già durante il regime di Hosni Mubarak, ma sotto il governo dei Fratelli musulmani era diventata talmente grave che un anno fa i rappresentanti di tutte le chiese cristiane si sono uniti, per la prima volta nella storia, in un unico Consiglio dei cristiani in Egitto e hanno deciso una protesta clamorosa: hanno rifiutato di incontrare Hillary Clinton in visita al Cairo in segno di protesta per l’incauto appoggio che l’Amministrazione Obama offriva ai Fratelli musulmani. La giornata di sangue di ieri, che ha purtroppo tutte le caratteristiche per essere ricordata in futuro come la data d’inizio della guerra civile egiziana in cui gli islamisti assegnano e ancor più assegneranno ai copti il ruolo di prime vittime sacrificali.

Panella Lo schianto dei Fratelli, tutta lotta e niente governo

Fonte: Il futuro nero dei cristiani copti, prime vittime sacrificali – [ Il Foglio.it › La giornata ].

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