IL GRIDO DI DOLORE DI “REPUBBLICA”: COME SI PERMETTE L’UNGHERIA DI DIFENDERE LA SOVRANITA’ E L’IDENTITA’ CRISTIANA?

di Paolo Deotto

Oltre un anno fa, nel gennaio 2012, scrivevamo su Riscossa Cristiana “Dittatura europea: in Ungheria sono iniziate le manovre per eliminare un governo voluto dal popolo”. Non ci voleva la sfera di cristallo, che non abbiamo, bastava il buon senso (e di quello ne conserviamo un po’). In Ungheria le elezioni erano state vinte dal partito Fidesz, guidato da Viktor Orban, che, avendo conquistato una maggioranza parlamentare di oltre i 2/3, aveva avviato una riforma costituzionale. Tutto ciò sarebbe, o dovrebbe essere, normalissimo: un partito, arrivato al potere con elezioni democratiche, decide, avendo sufficienti seggi per farlo, di scrivere una nuova costituzione. In ogni caso, e anche questa è una considerazione normale, sono fatti interni all’Ungheria, nazione sovrana.

puGià, ma il partito Fidesz è di orientamento tradizionale e cristiano, e la nuova Costituzione ungherese consumava l’orrendo crimine di dichiarare le radici cristiane della Nazione, fondata da Santo Stefano, e dettava altre norme generali conseguenti a questo riconoscimento, quali la difesa della vita, della famiglia (l’unica che esista, non quelle previste dal carnevale permanente dell’omosessualismo). Apriti Cielo! Grida d’allarme da UE, manifestazioni di piazza, che come tutti sanno sono sempre “spontanee”, appoggiate dal governo del bombarolo di Washington e ovvia preoccupazione espressa anche dai nostri disciplinati mezzi di informazione, tra i quali brillava per vaneggiamenti “Il Fatto”, che parlava anche di pericolo di antisemitismo. Insomma, la solita pattumiera che conosciamo ormai a memoria, le solite litanie, causate anche da un ulteriore crimine che il governo Orban stava commettendo: riportare sotto controllo statale la Banca Centrale.

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