«Il Kenya? Nessuna guerra di religione» – Vatican Insider

Dopo l’attentato di domenica parla l’arcivescovo di Nairobi, John Nuje: «Non dobbiamo fare il loro gioco e alimentare l’odio»

Davide Demichelis

No, non è una guerra di religione. L’Arcivescovo di Nairobi, il cardinale John Nuje è convinto che in Kenya non vi siano i presupposti per un conflitto fra cristiani e musulmani: “Ho incontrato recentemente vari leader islamici e neanche loro capiscono il motivo di questi contrasti, né condividono gli attacchi violenti”. Domenica è stata lanciata una bomba nella chiesa di San Policarpo a Nairobi, la capitale del Kenya. Due bambini hanno perso la vita, otto sono rimasti feriti. Stavano seguendo la lezione di catechismo. Vicino a questa chiesa, nel quartiere Pangani, vive la comunità somala.

Sembra che qualcuno stia gettando benzina sul fuoco. Forse è la vendetta degli estremisti islamici Al Shebaab che l’esercito keniano ha appena scacciato dalla città di Kismayo, nella vicina Somalia?

Può darsi. Secondo me qualche organizzazione esterna al nostro Paese vuole stimolare uno scontro che non c’è. Certo, questa situazione ci preoccupa. Ma vogliamo sottolineare che queste divisioni non hanno fondamento fra la nostra gente”

Nel 2010, però, è stata modificata la Costituzione per inserire una norma che prevede l’applicazione della legge islamica nei Tribunali. Non è anche questo un segnale dell’influenza sempre maggiore che i musulmani esercitano sullo Stato?

“E’ vero, noi ci siamo opposti a questa norma. Secondo noi lo Stato non deve difendere i precetti di una sola religione. Purtroppo però quella norma è passata. Ma non possiamo considerarla un passo verso l’islamizzazione del Paese”

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