Il leader di Hamas torna dall’esilio. Vince l’estremismo | l’Occidentale

Dinamiche mediorientali a velocità supersonica. Arriva Khaled Mashaal a Gaza. Il leader di Hamas festeggia varie cose: il suo primo ritorno a Gaza dal ‘67, i 25 anni dalla fondazione del movimento islamista da tutto il mondo messo nella lista terrorista, la gioia di aver sparato missili fino a Tel Aviv e Gerusalemme usando le forniture iraniane e tuttavia di aver coinvolto nelle trattative l’Egitto della Fratellanza così da dissuadere Israele da un ingresso nella Striscia in conclusione della guerra.

C’è chi dice che quando Mashaal se n’è andato da Damasco in seguito alla rivolta contro Assad (i palestinesi sono sunniti, alleati naturali dei ribelli) ha creato le premesse per un distacco dall’Iran… ma fino ad ora le armi seguitano a fluire a Gaza tramite il Sudan,il Sinai e quant’altro. Tuttavia per questo distacco dalla Siria, Mashaal è visto come un possibile interlocutore segreto di Israele. Ma perché mai un Hamas sulla cresta dell’onda vorrebbe cercare la pace? Bisogna invece leggere bene il fatto che per la prima volta Fatah abbia deciso di partecipare ai festeggiamenti di Hamas, che altro non sono che una ripetuta condanna a morte di Israele.

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