Il lungo regno del Papa copto

22/03/2012 – Il 17 marzo è morto Shenouda III, per quarant’anni guida dei cristiani d’Egitto. Ora la comunità si trova “orfana” in una situazione molto delicata. Da “Oasis”, l’intervista a padre Rafiq Greiche, portavoce della Chiesa copto-cattolica.

Il 17 marzo Papa Shenouda III, capo della Chiesa copta, è venuto a mancare dopo una lunga malattia. Come sta vivendo questo momento la comunità copta?
È un grande momento di tristezza non solo per la Chiesa copta ortodossa, ma anche per le altre comunità cristiane del Paese e per i musulmani. Ovviamente i fedeli copti sono i primi a essere in lutto, vista la perdita della loro guida religiosa. Si sono raccolti per due giorni intorno alla salma del Papa defunto, nella cattedrale di San Marco presso il distretto di Abbasseya al Cairo. Ai funerali, previsti per oggi (martedì 20 Marzo) alle undici, presenzieranno più di 2000 personalità in rappresentanza delle autorità religiose, civili e militari, compreso lo Shaykh di al-Azhar.

Qual è stata la reazione delle autorità civili e delle istituzioni musulmane?
Alla televisione egiziana la morte di Papa Shenouda III è stata trattata come la notizia principale. I canali satellitari, compresi quelli non cristiani, hanno messo la foto del Papa sullo sfondo e continuato a far passare in rassegna le immagini della camera ardente e delle persone che attendevano di raccogliersi attorno alla sua salma. Tutti gli speakers e i giornalisti indossavano una cravatta o una giacca nera in segno di lutto. Le autorità militari, rappresentate dal capo dell’Esercito, hanno accordato dei permessi speciali per il trasferimento della salma al Convento di San Bishoy dove il Papa sarà sepolto, mettendo un elicottero a disposizione della Chiesa copta. Il generale Tantawi ha pronunciato un elogio del Papa e ha porto le sue condoglianze ai cristiani. Lo Shaykh di al-Azhar ha dichiarato che si tratta di una grande perdita per l’intero popolo egiziano.

È possibile dare un giudizio sintetico sul Papato di Shenouda III o è ancora troppo presto?
Shenouda III ha regnato dal 1971 e quindi per più di 40 anni sul destino della comunità copta egiziana. Durante il suo mandato ci sono stati degli alti e bassi. Tuttavia ha avuto il grande merito di aver rafforzato la posizione dei copti in Egitto, in particolare nella loro identità cristiana. Ha istituito dei corsi di catechesi per i sacerdoti, i vescovi e la popolazione: persino nei villaggi più piccoli sono stati organizzati dei gruppi d’incontro per i giovani, le donne e i bambini. Ha anche formato sacerdoti e vescovi che guidassero le comunità copte della diaspora, in Europa, negli Stati Uniti, in Canada e in Australia.

Qual è stata la sua reazione alla rivoluzione?
Ha rifiutato di prendere posizioni troppo nette o troppo radicali. Temeva che i giovani subissero la violenza della repressione. In seguito ha scelto di ritirarsi e ha rifiutato di esprimersi pubblicamente sull’argomento.

Qual è la sua valutazione personale sulla sua figura?
Aveva una personalità molto carismatica, di grande prestanza. Come dicevo, si è molto adoperato per migliorare il livello della comunità copta, specialmente nel campo dell’istruzione, attraverso le scuole della domenica. Insisteva molto sul fatto che la Chiesa dovesse offrire anche servizi d’aiuto e d’assistenza. Ha costruito molti conventi, non soltanto in Egitto ma anche in America e in Germania.
Tutti, sia i suoi sostenitori che i suoi detrattori, riconoscono il suo gran lavoro. Per via della sua personalità forte era rispettato da tutti, cristiani e musulmani, ed era spesso invitato in televisione, soprattutto quando scoppiavano dei conflitti tra le comunità, in occasione dei quali giocava spesso il ruolo di pacificatore ed mediatore.

Come verrà fatta la scelta del successore?
Due giorni dopo i funerali ufficiali verrà ufficialmente aperto l’iter per la successione. Si tratta di un procedimento piuttosto complicato: i copti egiziani, come tutte le Chiese orientali, comprese quelle cattoliche, hanno un sinodo dei vescovi incaricato di eleggere il Patriarca. I vescovi che hanno un’eparchia (diocesi) possono votare ma non possono essere eletti. Al contrario, i vescovi che non hanno eparchie (avendo in carica un monastero) possono essere eletti, così come i sacerdoti o i monaci. Per esempio, il predecessore di Shenouda III, il Papa Cirillo VI, era solo un monaco. All’inizio ci sarà una riunione comune tra il Sinodo e un comitato di laici, i ministri cristiani e l’intellighenzia copta. Cominceranno a raccogliere le idee, proponendo dei candidati. Successivamente si procederà a delle elezioni. Infine, i tre candidati che avranno ottenuto il maggior numero di voti si riuniranno per celebrare una messa comune, durante la quale un bambino sceglierà, estraendo fra i biglietti che riportano i nomi dei tre candidati, colui che sarà proclamato Patriarca d’Alessandria. Così la scelta del fanciullo avrà espresso “la volontà di Dio”.

Si tratta di una procedura lunga?
Dipende. L’ultima volta l’elezione è durata otto mesi. Ma adesso si stima che il processo sarà più rapido.
Quali saranno le funzioni e l’autorità effettiva del futuro Papa? Il Papa è investito di tutte le funzioni possibili e immaginabili, nel senso buono dell’espressione. Non è soltanto una guida religiosa e spirituale, ma anche un’ autorità morale e legale. La sua autorità non è solamente onorifica, ma molto reale e concreta.

Ci sono dei favoriti?
Ci sono tre o quattro persone che lavoravano nell’entourage di Papa Shenouda III e che potrebbero essere favorite, ma niente è deciso. Bisogna anche tenere conto dell’opera dello Spirito Santo.

La perdita di Papa Shenouda colpisce ancora di più la Chiesa copta, già provata da questo delicato frangente storico?
La Chiesa copta sta vivendo una svolta storica. È un momento di grande disordine e incertezza, a causa della situazione generale in cui versa l’Egitto e della particolare situazione della comunità cristiana. La perdita di una figura così carismatica rende tutto ancora più drammatico. Il prossimo Papa avrà una grande responsabilità. Shenouda III costituiva lui stesso un Sinodo, vista la sua notevole personalità e la sua innegabile presenza, ma il futuro Papa sarà chiamato a lavorare collegialmente, con tutti i rappresentanti della comunità, religiosi e laici.

Qual è il ruolo delle autorità civili egiziane nell’elezione del Papa?
Una volta eletto il nuovo Papa, il Presidente della Repubblica emette un decreto che conferma la nomina del Papa copto. È per questo motivo che si spera che l’elezione del successore di Shenouda III avvenga prima dell’ elezione presidenziale, per avere maggiore libertà nella scelta.

Può darci una visione generale della situazione attuale dei copti?
Da sempre la più grande aspirazione della comunità copta, che raggruppa una decina di milioni di egiziani, è di godere della piena cittadinanza ed evitare che i suoi membri siano considerati cittadini di serie B. Esistono ancora molte leggi discriminatorie che non sono mai state abolite malgrado le promesse. Per esempio, i copti aspettano da 32 anni la legge che permetterebbe loro di costruire delle chiese. Con la perdita di Shenouda III, essi hanno l’impressione di non avere più dei rappresentanti presso il potere, dal momento che era lui che dialogava con le autorità militari e civili. Inoltre, con l’ascesa dell’Islam politico, la necessità di avere un Papa forte si farà sentire ancora di più. Ma allo stesso tempo occorrerà che il nuovo Papa adotti delle posizioni morbide e non fondamentaliste.
(da Oasis, 20 marzo 2012)

Fonte: www.tracce.it

TAGS: Christianophobia, Christophobia, cristianofobia, Cristofobia, Chiesa, fede, discriminazioni, persecuzioni, cristiani, copti, Egitto, Islam, Medioriente

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