IL MEETING DI RIMINI CHIUDE IN MODO INFELICE UN’EDIZIONE APERTA IN MODO INFELICE. PERCHÉ NE PARLIAMO? ALCUNE UTILI PRECISAZIONI

di Paolo Deotto

 

lmtgNel nostro amatissimo Bel Paese bisogna sempre più stare attenti a ciò che si dice, a come lo si dice, a quante anime di elevata sensibilità si possa portar turbamento se, magari, ci si limita a esercitare quel diritto all’informazione e alla libertà di pensiero, di cui qualche brandello resta ancora integro. Per ora.

Non abbiamo risparmiato critiche alla gestione del Meeting. Non ci sono arrivate contestazioni motivate, ma solo poche lettere di amici che si definivano ciellini o comunque vicini a Comunione e Liberazione e che tout court ci accusavano di voler “attaccare” o “diffamare” CL.

Cerchiamo di mettere i puntini sulle “i”. Anzitutto è oscuro il motivo per cui Riscossa Cristiana si metterebbe d’impegno a fare attacchi diffamatori contro CL. Cos’è, una guerra commerciale? Io porto più anime in paradiso di voi? Via, siamo seri.

Ciò che ci ha mosso e ci muove è solo e unicamente l’amore per quell’unica Chiesa cattolica, apostolica e romana, quella stessa Chiesa che è anche per CL, come per tutti i cattolici, il riferimento assoluto e imprescindibile. Per la gloria di Dio e della Sua Chiesa agiamo e ci agitiamo, magari commettiamo tanti errori; ma è per questo e solo per questo.

CL è il più grande movimento ecclesiale e quindi porta sulle sue spalle una responsabilità enorme, perché ai quattro angoli del mondo, e non solo in Italia, tantissimi cristiani, ragazzi e adulti, hanno in Comunione e Liberazione il riferimento e la guida. Se quindi ravvisiamo in CL atteggiamenti, orientamenti, dichiarazioni e quant’altro che possano portare confusione e che a nostro fallibilissimo parere possano non giovare alla causa della Chiesa, ci permettiamo di intervenire. In buona sintesi, interveniamo per amore della Chiesa e per la profonda stima e affetto che abbiamo per una grande realtà come CL. Se su una rivistucola di sinistra come Famiglia Cristiana si scrivono stupidate (non accade spesso, solo quasi sempre), possiamo fare un po’ di ironia. Se in CL accadono cose che ci lasciano stupiti, magari martelliamo di più, anche perché ci piacerebbe aprire almeno un confronto a distanza, per la chiarezza nostra e dei lettori (non uso la parola “dialogo”  per ragioni epatiche).

A ciò si aggiunga un aspetto affettivo, che riguarda il sottoscritto, direttore di questo modesto Sito. Come ho già più volte scritto, non cesserò mai di ringraziare il Signore che, cinquant’anni fa, mi fece incontrare l’allora Gioventù Studentesca e Don Giussani e tanti altri meravigliosi amici. Con loro ho iniziato il mio cammino di fede.

Fine dei chiarimenti, con la speranza di non leggere più mail in cui si accusa Riscossa Cristiana di chissà quali oscuri rancori contro Comunione e Liberazione. Amici, la critica è libera, almeno per ora.

Veniamo ai fatti.

Il Meeting 2013 ha avuto un inizio sciagurato, con una presentazione a cui partecipò, come tutti ricordano, una delle peggiori, se non la peggiore, figura della politica italiana, quella Emma Bonino, sulla cui coscienza pesa l’assassinio di 11.000 bambini, massacrati nei locali dell’associazione per delinquere denominata CISA (Centro Informazione Sterilizzazione Aborto) dei tempi che furono, e poi dei milioni di altre vittime causate dalla demoniaca legge 194. Perché alla presentazione fu invitata la Bonino? Non si sa. Lo scandalo rimane, ne abbiamo parlato, e nessuno ci ha spiegato perché si è presa una tale decisione.

Poi andiamo alla giornata di apertura del Meeting, domenica scorsa, 18 agosto. Apoteosi di Letta, inevitabile richiamo paraliturgico a Napolitano, inevitabili litanie sulla santità della UE. Ne abbiamo parlato, abbiamo criticato, credo con qualche argomento. Magari qualcuno un giorno ci chiarirà quei perché che ci restano oscuri.

Entriamo nel vivo del Meeting. Allo stand del settimanale “Tempi” si raccolgono le firme per l’appello dei Giuristi per la Vita contro la proposta di legge sull’omofobia. L’appello è stato lanciato dal quotidiano on line La Bussola e dal sito Cultura Cattolica e ripreso da molti altri siti, tra cui Riscossa Cristiana. Insorge il giornale che pretende di rappresentare la Verità Laica Indiscutibile, “La Repubblica”, che accusa CL di omofobia. A questo punto, per dircela con franchezza, ci saremmo aspettati dalla dirigenza del Meeting una risposta fiera, sia perché Repubblica veniva a sindacare in casa d’altri (“Cara Repubblica, al Meeting accogliamo chi ci pare, anche senza il tuo parere”), sia perché l’appello dei Giuristi per la Vita coinvolge ogni cattolico e ogni uomo che ancora abbia a cuore la normalità e la libertà di espressione. Invece abbiamo visto una risposta che ci ha profondamente deluso: l’ufficio stampa del Meeting ha, come massima preoccupazione, quella di far notare che la raccolta firme è un’iniziativa non del Meeting, ma del settimanale Tempi. È vero, ma sembra quasi che al Meeting ci si vergoni un po’ di questa raccolta firme, tant’è che ci si affretta a precisare “Che il Meeting non abbia paura dell’altro e della diversità, qualunque essa sia, lo documentano le decine di migliaia di persone che affollano in questi giorni la fiera di Rimini, visitatori, relatori o ospiti, che vivono il Meeting come se fosse casa propria” … “In un clima di rispetto reale per ciascuno e non di una generica e astratta tolleranza che lascia indifferenti verso la vita di chi si incontra”.

Dal tono della precisazione, chi non conosce l’appello dei Giuristi per la Vita può pensare che questo manchi di “rispetto reale” verso chissà chi e che si nasconda dietro la foglia di fico di una “generica e astratta tolleranza”. E poi, cari amici ciellini, francamente ci sono ormai parole che sono diventate distintive di un certo modo di pensare un tantino omologato. Non aver paura delle “diversità”. Mah! Se riflettiamo, è una frase che non vuol dire nulla, ma che tradotta in italiano politicamente corretto, vuol dire “sia ben chiaro che non abbiamo niente contro gli omosessuali”.  E chi ce l’ha con gli omosessuali? Abbiamo sempre difeso il loro sacrosanto diritto alla discrezione e alla possibilità di farsi curare. Invece detestiamo l’omosessualità, peccato che grida vendetta al cospetto di Dio, fonte di corruzione e veicolo di distruzione della società.

Insomma, spiace molto vedere tanta urgenza da parte ciellina di dissociarsi da un’iniziativa che è fatta nell’interesse di tutti, del Paese, della salute delle giovani generazioni e del futuro della libertà religiosa e di espressione. Vi sembra tanto grave rischiare anche il solo sospetto di essere coinvolti?

Ma poi c’è anche la chiusura del comunicato stampa del Meeting, che ci lascia alquanto basiti, laddove si auspica che “le sedi parlamentari affrontino la vicenda secondo quello spirito di responsabilità auspicato dal Presidente Napolitano che ha invitato a “parlare il linguaggio della verità” nell’interesse di tutti e di ciascuno”.

Ci sono due cose che sarebbe bello capire (forse siamo noi duri di comprendonio, e chiediamo scusa): perché tanta fretta di precisare l’estraneità del Meeting alla raccolta di firme? E poi, siamo davvero sicuri che i cattolici non possano e non debbano pronunciarsi su proposte di legge empie e liberticide, affidandosi fideisticamente al Parlamento e a un fantomatico “linguaggio della verità” di un vecchio comunista?

Chiediamo troppo se chiediamo di capire?

Comunque oggi il Meeting ha chiuso i battenti e arrivederci a tutti al prossimo anno. Sul giornale ufficiale del Meeting troviamo il testo di un’intervista che Giorgio Vittadini ha rilasciato a Repubblica. Non stiamo a pignolare sulla predilezione che CL e il Meeting mostrano per questo quotidiano (predilezione che fa parte dei misteri), e leggiamo alcuni passaggi dell’intervista.

Il buon Giorgio Vittadini afferma perentoriamente ciò che già ci aveva detto Epifani. Berlusconi si tolga dalle scatole (non si perde tempo a chiedersi se il processo Mediaset sia stato o meno una porcheria). Il governo Letta è indiscutibile. “Gli schieramenti sono finiti”. Se lo dici tu, caro Giorgio, sarà così, noi non ce ne eravamo accorti. “Siamo al ’46. Quando tutti si misero assieme per rifare l’Italia… Togliatti firmò persino l’amnistia per i fascisti”. Beh, qui un po’ di studio della Storia non guasterebbe, perché così scopriresti che l’amnistia del 46 fu inevitabile per coprire la macelleria della guerra civile e del post-25 aprile, quando proprio i fedeli di Togliatti commisero atroci crimini (mai sentito parlare del Triangolo della morte? Della strage di Schio? Delle centinaia di preti uccisi dai partigiani? Eccetera…). Togliatti era un uomo intelligente e capì perfettamente che un’amnistia, per non risultare troppo sporca, poteva essere solo erga omnes.

Ma lasciamo perdere la Storia, Vittadini insegna statistica e quindi non ha il dovere di conoscerla. Torniamo all’intervista. Dopo aver ingiunto a Lupi e Mauro di restare ministri anche se verrà dichiarata la decadenza di Berlusconi, Vittadini indica i numi tutelari di riferimento: Napolitano (e poteva mancare?), Luciano Violante (boh!) e Martin Schultz, presidente dell’Europarlamento (l’omaggio alla UE è di prammatica; non solo non siamo omofobi, ma sia ben chiaro che siamo fedeli di Santa Madre UE).

Dopo questa bella intervista siamo così cattivi e diffamanti se diciamo che vediamo, con profondo dolore, CL appiattita su posizioni di assoluto conformismo, ben attenta a non dare seccature al Potere?

Vorrei chiederti, Giorgio: tu dici che “gli schieramenti sono finiti”. OK. Ti sei accorto che questo governo, che nasceva solo per affrontare la crisi economica, è in verità il Cavallo di Troia per portare anche nella società italiana quei perversi cambiamenti che servono per sfasciare la famiglia e per distruggere la presenza cristiana? Tu che dai i tuoi pareri su politica interna e politica internazionale, non hai nulla da dire su progetti di legge che vogliono sovvertire l’ordine naturale, che porteranno corruzione nei giovani, ai quali verrà insegnato che la sessualità non è una realtà, una condizione in cui nasciamo, ma una “libera scelta”, che la famiglia può essere una grande ammucchiata di mamma e mamma, papà e papà, con piena libertà per il bambino di impazzire fin da piccolo? Tutto questo ti lascia indifferente, visto che non ne parli, che dichiari che non esistono più schieramenti? Tutto ciò lascia indifferente una grande realtà ecclesiale come CL, che non ha speso una parola per fermare la paranoia verso cui siamo incamminati? L’esempio della Francia non dice proprio nulla?

Non credo che siano domande da nulla; forse una risposta, che vada al di là delle generiche accuse di voler (chissà poi perché…) “diffamare” CL, sarebbe utile. Una risposta sarebbe nell’interesse delle moltissime e bravissime persone che fanno parte di CL, che danno quotidianamente una grande testimonianza di Fede e che sono smarrite e confuse dalle contorsioni politiche dei loro capi.

Un’ultima cosa. Per favore, non nascondiamoci dietro affermazioni del tipo “Il Meeting non è CL”, oppure “Le persone che fanno parte di CL e che si impegnano in politica lo fanno a titolo personale”, et similia. Sono parole al vento. Anche se il Meeting è giuridicamente una cosa diversa da CL, anche se un Lupi o un Mauro sono eletti nelle liste di PdL o Scelta Civica, anche se la Fondazione per la Sussidiarietà è una cosa diversa da CL, sappiamo bene che i rapporti ci sono, sono stretti, e sono sempre le stesse persone che agiscono. Lasciamo le distinzioni di comodo a chi non ha voglia di affrontare sul serio i problemi seri e, finalmente, cerchiamo di parlare con chiarezza e non con slogan.

Gioverà a tutti.

Fonte: IL MEETING DI RIMINI CHIUDE IN MODO INFELICE UN’EDIZIONE APERTA IN MODO INFELICE. PERCHÉ NE PARLIAMO? ALCUNE UTILI PRECISAZIONI – di Paolo Deotto.

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