Il ministro Taubira alla convention della Massoneria francese | No Cristianofobia

29 settembre 2014

 

TaubiraNon a caso porta il suo nome, la legge che ha equiparato in Francia al matrimonio naturale le unioni omosessuali, consentendo loro anche di adottare bambini e legalizzando l’utero in affitto: Christiane Taubira, il ministro della Giustizia d’Oltralpe, la 62enne originaria della Guyana francese, leader del partito Walwari, ha decisamente strane frequentazioni. Che la sua normativa sulle nozze gay, del resto, corrisponda appieno – facendolo proprio – ad un antico piano della Massoneria, è cosa risaputa. Già il 5 novembre 2012 proprio il Grand’Oriente di Francia emise un comunicato, con cui condannò «fermamente le dichiarazioni della Chiesa Cattolica circa il progetto di legge sull’apertura del matrimonio civile a tutte le coppie», bollando tali dichiarazioni come «retrograde ossia oscurantiste».

 

E di «oscurantismo» ha parlato anche Marc Henry, Gran Maestro della Gldf-Gran Loggia di Francia, alla quarta cena annuale tenutasi lo scorso 27 settembre a Parigi. Di fronte a circa 200 invitati, ha fatto un insolito discorso di rottura, lasciando di parte i cliché moderati ed i toni sommessi propri degli ambienti massonici. Lui stesso ha riconosciuto come il suo intervento fosse decisamente irrituale e sopra le righe. Quale la causa di tanto furore? Marine Le Pen ed il suo Front National, indicati come il nuovo nemico numero uno: l’ascesa della Destra francese ha convinto la Gran Loggia a superare a sinistra le altre obbedienze, più liberali e a-dogmatiche, peraltro per la prima volta non invitate alla conviviale. Ciò nonostante, Henry ha trovato modo di tuonare: «Sarebbe tempo che i massoni si riunissero, perché, se gli estremisti giungessero al potere, non si preoccuperebbero del colore dei nostri grembiulini».

 

Ma chi sedeva, quella sera, allo stesso tavolo col Gran Maestro della Gran Loggia? Proprio il ministro di Giustizia Taubira (nella foto), ch’è anche intervenuta alla singolare conviviale, facendo un discorso all’apparenza più morbido, tutto centrato sulla pace e sui diritti dell’uomo nel mondo. Salvo poi citare, come modello, quel Jean Jaurès, parlamentare socialista, che, da buon rivoluzionario, brandì la legge sulla separazione della Chiesa dallo Stato, legge ch’egli stesso contribuì a redigere, per farne una clava con cui colpire il clero ed i Cattolici francesi agli albori del XX secolo.

 

Appare sempre più chiaro, a fronte anche di queste notizie, quale sia la compagine e dove vadano a prendere gli ordini i soldatini di Valls e Hollande.

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