Il Papa, i matrimoni gay, e i preservativi

Il Metropolitan male magazine, in un articolo apparso sul web, chiede quale sarà la posizione del nuovo Pontefice sull’omosessualità e l’uso del preservativo.  I pronunciamenti di Benedetto XVI, tante volte strumentalizzati in senso negativo, hanno affermato con vigore la posizione della Chiesa su tali questioni di vitale importanza per la società odierna. E’ utile precisare come le lobby LGBT, sono alla continua ricerca dell’approvazione della Chiesa circa il loro modo di intendere l’aspetto sociale del matrimonio gay, e di conseguenza l’uso del preservativo. Innanzitutto sono due argomenti separati, non attinenti.  La visione pontificia, sulle questioni citate, parte dalla considerazione naturale della vita umana. Difendere valori naturali, non è segno di oscurantismo medievale. La vita, infatti, non è iniziata nel medio Evo!  Alla Chiesa interessa il bene dell’umanità, la costruzione di una società armonica fondata sulla giustizia e la pace.

La lotta all’aids, ha molteplici sfaccettature. Non esiste solo un metodo. La prevenzione a cui si riferiva il Papa, non toglie nulla alle altre posizioni circa la salute dell’uomo colpito dalla malattia. Cerchiamo insieme di capire a cosa serve il preservativo. Non serve a nulla se non si cambia prima il metodo, la vita. Applicare uno strumento e non cambiare la vita non porta a niente.  Sarebbe come dire: tu sei un animale, che agisce soltanto seguendo il suo istinto, non sei un uomo che può controllarsi. Per questo in Africa, oggi l’uso del preservativo è visto soltanto come ultima spiaggia. Dobbiamo chiederci che senso ha il sesso. Oggi è come se fosse la cosa più importante del mondo. È l’esaltazione di un idolo. Il vero problema è educare la persona a comprendere che ha un valore più grande, di cui è responsabile. La questione vera è il riconoscere il valore di sé stessi.

L’Uganda, negli ultimi dieci anni, ha conosciuto una drastica diminuzione del numero di persone infette da Aids (dal 21% al 7%). Il presidente ugandese, Yoweri Museveni, lo ha capito subito. Non è un cattolico, eppure è tra coloro che nella bufera nata dopo le dichiarazioni del Papa in occasione della sua visita in Africa, si è subito schierato dalla sua parte. Museveni ha da subito affermato che bisogna ritornare alle origini. Perché la nostra “salvezza” non è dentro un pezzo di plastica. Non ci salveremo grazie a un preservativo. Dobbiamo tornare a essere uomini veramente. Uomini che hanno dignità e valori. Attenzione: questo non è un discorso cattolico, perché questo valore non ce lo dà la religione, e nemmeno il Papa. Il Papa ce lo fa conoscere, ci educa a capire che siamo uomini che hanno un valore infinito. Rispondere al nostro istinto, ai nostri bisogni immediati, è troppo poco per la grandezza del nostro cuore. Scatenare bufere su posizioni diverse non porta sicuramente al bene dell’uomo. E’ stato dichiarato che le affermazioni di Benedetto XVI, sono state attaccate, perché tutte le organizzazioni che offrono preservativi nei paesi in via di sviluppo, hanno temuto di non speculare più economicamente. E’ un fatto grave, inaudito. La ricerca del denaro è capace di provocare ondate di odio non indifferenti.

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