Il pasticcio dei vescovi tedeschi

di Renzo Puccetti 27-02-2013

Pillola del giorno dopo, i vescovi spagnoli contro i vescovi tedeschi. Ieri è intervenuto il portavoce e segretario della Conferenza episcopale spagnola, monsignor Juan Antonio Martinez Camino, per spiegare che se è legittimo prevenire la gravidanza di una donna che abbia subito uno stupro, non lo è usare la “pillola del giorno dopo”. Il motivo è quello già spiegato da La Nuova BQ, oltre a un effetto contraccettivo non si possono escludere effetti abortivi: «Noi non conosciamo alcun farmaco» di cui si possa escludere l’effetto abortivo – ha detto Camino – «se esiste e i vescovi tedeschi lo conoscono, ce lo facciano sapere».

Una risposta chiara, che mette in evidenza il pasticcio provocato dalla Conferenza episcopale tedesca in materia. Del resto sono stati proprio i vescovi a parlare di “pillola del giorno dopo”, facendo dunque riferimento a un farmaco ben preciso.

«Moraltheologische Fragen im Zusammenhang von Vergewaltigung („Pille danach“)», in tedesco. vale a dire «Questioni etiche nel contesto dello stupro („Pillola del giorno dopo“)», questo è infatti il titolo del capitolo “incriminato” facente parte del documento diffuso dalla Conferenza Episcopale della Germania per cui i media hanno parlato di un via libera dei vescovi tedeschi all’uso della pillola del giorno dopo in caso di stupro. Si tratta di una direttiva che segue il caso avvenuto nel dicembre scorso di una donna violentata a Colonia che non fu presa in carico da due ospedali cattolici. Per inciso l’apertura dei vescovi tedeschi non sembra immediatamente motivata dallo specifico caso di Colonia dove, secondo i resoconti giornalistici, il medico dell’emergenza che per primo aveva soccorso la donna aveva già provveduto in proprio a prescrivere la pillola del giorno dopo.

Alcuni commenti volti a minimizzare la portata della presa di posizione dell’episcopato germanico lasciano stupefatti. “Pillola del giorno dopo” non è infatti un termine inventato dai giornalisti. Di “pillola del giorno dopo” hanno parlato i presuli tedeschi e con quella espressione, che pure non appartiene al linguaggio scientifico, non si indica qualcosa di indeterminato o futuribile, ma una procedura farmacologica istituita dopo un rapporto sessuale non protetto per evitare la gravidanza.

In Occidente essa è attuabile soltanto in due modi: con dosi elevate di estroprogestinico, di solito secondo uno schema conosciuto come Yuzpe, dal nome del suo ideatore, oppure attraverso la somministrazione in un’unica soluzione di levonorgestrel alla dose di 1,5 milligrammi. Lo schema Yuzpe è caduto in disuso per la sua minore tollerabilità ed efficacia, esso peraltro non si sottrae a problematiche circa il meccanismo d’azione (Kahlenborn, et al. 2002). Quindi si è in presenza di una direttiva rivolta al personale sanitario che opera nelle strutture cattoliche per consentire, in caso di stupro, la prescrizione del levonorgestrel, una volta accertato che tale farmaco non possa indurre un aborto, inteso come qualsiasi atto volto ad interrompere lo sviluppo vitale dell’embrione eventualmente formato.

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