Il pellegrinaggio alla Mecca della giovane Malala – Vatican Insider

La quindicenne era stata gravemente ferita dai talebani perchè ritenuta infedele. Grande il suo impegno nella lotta per il diritto alla studio delle bambine

Giorgio Bernardelli

Malala Yousafzai – la ragazzina pakistana di 15 anni divenuta un simbolo della lotta delle bambine per il diritto allo studio e per questo ferita gravemente in un attentato dai talebani – si trova in questi giorni in pellegrinaggio alla Mecca.

A rivelarlo è il quotidiano on line Arab News. Si tratta di una visita privata, ha precisato il padre Ziauddin Yousafzai: «A Malala sta a cuore compiere diversi umrah (il tipo di pellegrinaggio alla Mecca che si può svolgere in ogni momento dell’anno ndr) durante questa visita e trascorrere del tempo da sola nell’Haram al Sharif (il recinto sacro)». Del pellegrinaggio si è appreso perché lunedì Malala ha fatto tappa ad Abu Dhabi per ringraziare il principe Mohammad bin Zayed Al-Nahyan e il governo degli Emirati Arabi Uniti per aver inviato un aereo attrezzato e un équipe medica per il trasferimento a Birminghan dopo l’attentato di cui era stata vittima nella valle di Swat in Pakistan il 9 ottobre scorso.

Con il sostegno del padre Malala già a 12 anni teneva un blog in urdu sul sito della Bbc per raccontare la sua lotta per l’accesso all’istruzione nella città di Mingora, dove i talebani lo negano alle ragazze. È stata anche finalista dell’International Children’s Peace Prize, promosso dalla KidsRights Foundation a sostegno dei bambini che si battono per i loro diritti. Proprio questa notorietà l’ha portata a finire nel mirino dei fondamentalisti: il 9 ottobre un killer le ha sparato alla testa e, nonostante la vicenda abbia fatto subito il giro del mondo, Malala è tuttora minacciata di morte. Trasportata d’urgenza a un centro specializzato di Birmingham la ragazza ha subito numerosi interventi e solo nel gennaio scorso è stata dimessa dall’ospedale.

Il suo pellegrinaggio alla Mecca ha un significato molto importante: l’accusa che le rivolgono i talebani è infatti quella di essere «un simbolo degli infedeli e delle oscenità» e di non sostenere la lotta dei mujaheddin. Recandosi nel luogo più sacro dell’islam Malala mostra come al contrario la sua battaglia per l’istruzione delle ragazze non sia affatto un rifiuto dell’islam.

Ad Arab News il padre ha raccontato anche che sua figlia ha ripreso ad andare a scuola (in Gran Bretagna) e si sta preparando per gli esami. Sulla sua storia sta scrivendo un libro la cui uscita è attesa in novembre.

Tra i riconoscimenti ottenuti dopo l’attentato c’è l’edizione 2013 del premio Simone de Beauvoir per i diritti delle donne. È stata inoltre segnalata per il Premio Nobel per la pace che verrà assegnato nel prossimo ottobre, divenendo così la più giovane candidata nella storia del prestigioso riconoscimento.

Fonte: Il pellegrinaggio alla Mecca della giovane Malala – Vatican Insider.

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