Il percorso religioso dei Beatles: quattro piccole “conversioni” | UCCR

Qualcuno non conosce i Beatles? E come è possibile? Chi scrive nasce oltre vent’anni dopo la loro comparsa pubblica, tuttavia la melodia di moltissimi loro brani è più familiare di tantissimi pezzi mandati in onda oggi dalle stazioni radiofoniche.

John Lennon, il leader del gruppo,  è stato velocemente etichettato come “non cristiano” quando ha scritto la famosissima canzone “Imagine”, in cui si dice: «Immagina non ci sia il Paradiso, prova, è facile. Nessun inferno sotto i piedi. Sopra di noi solo il Cielo [..]. Niente per cui uccidere e morire e nessuna religione». Preso dall’euforia del successo un giorno disse che la sua band era diventata «più popolare di Gesù».

Benissimo, attenzione però –come ha scritto Ray Comfort nel suo nuovo libro “The Beatles, God & the Bible” – a non cadere nella «tentazione di abbracciare i Beatles come campioni di anti-cristianesimo, sarebbe un po’ troppo zelante e tradirebbe i percorsi personali di fede dei membri della band».  Ha quindi proseguito: «E’ vero che nel loro periodo di massimo splendore, nel 1964 o ’65, qualcuno chiese loro se credevano in Dio e John Lennon rispose negativamente, ma il loro pensiero è poi maturato ed ogni componente dei Beatles ha riconosciuto l’esistenza di Dio in un suo modo particolare». In particolare è stato Paul Mccarthy a sostenere: «probabilmente sembriamo anti-religiosa per il fatto che nessuno di noi crede in Dio … siamo tutti agnostici».

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