La sconfinata mole delle ricerche che, nel corso degli ultimi decenni, hanno cercato di ricostruire e analizzare la storia del lager di Auschwitz si è arricchita recentemente di un contributo che focalizza la sua attenzione sugli esperimenti medici condotti sulle prigioniere. Nel suo saggio Die Frauen von Block 10 (pubblicato in Germania da Hoffmann und Campe) lo storico Hans-Joachim Lang esamina le vicende legate al cosiddetto Block 10 , la baracca nella quale, nel campo principale di Auschwitz, dall’aprile del 1943 al gennaio del 1945 vennero effettuati esperimenti su circa 800 ebree. Due clinici, Horst Schumann e Carl Clauberg, utilizzarono le recluse come cavie per mettere a punto un metodo di sterilizzazione, altri medici si dedicarono invece a effettuare sperimentazioni sul sangue delle detenute, altri ancora tentarono di individuare alcune caratteristiche antropologiche di queste ultime. La donne internate nella baracca 10 furono inizialmente 264, provenienti in particolare da Grecia, Belgio, Germania, Francia e Olanda: se avessero rifiutato di sottoporsi agli esperimenti, sarebbero state assegnate alle squadre di lavoro o inviate nelle camere a gas. Lo storico sostiene in ogni caso come l’impulso decisivo all’allestimento della baracca 10 di Auschwitz e ai successivi esperimenti sia venuto da Heinrich Himmler, il Reichsführer delle SS, che era interessato a sviluppare tecniche finalizzate a rendere sterili in maniera rapida e affidabile donne «razzialmente inferiori».
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