Il Pp spagnolo “epura” i propri deputati pro-life dalla Commissione Sanità | No Cristianofobia

8 luglio 2015

Sempre più incredibile! Il Partito Popolare ora, in Spagna, non ha più tradito le proprie origini ideali, culturali e spirituali soltanto a livello di contenuti, bensì anche di metodi, adottando la strategia del pragmatismo più ipocrita: per fingere compattezza ed unità interna sulla “mini-riforma” proposta in merito alla legge sull’aborto, il Pp non ha esitato ad avviare una devastante “purga” intestina.

La direzione del suo gruppo parlamentare ha, infatti, rimpiazzato sistematicamente tutti i deputati pro-life della propria rappresentanza in sede di Commissione Sanità del Congresso: più di 5 su 23 sono stati “epurati”. In primis, Eva Durán (nella foto), che votò contro l’ammissibilità del timido testo messo a punto dal suo partito. Poi Lourdes Méndez, Antonio Gutiérrez, Antonio Román e José Miguel Castillo, già distintisi per le proprie posizioni nettamente a difesa della Vita.

La squadra guidata da Rafael Hernando ha così preteso ed ottenuto che nessuno dei “suoi” disobbedisse alla disciplina di partito ed appoggiasse gli emendamenti dell’Upn-Unión del Pueblo Navarro, ricalcanti gli stessi argomenti utilizzati a suo tempo dai Popolari nel far ricorso per incostituzionalità contro la «legge Aído», quella, varata dall’esecutivo socialista, che liberalizzò l’aborto in Spagna.

Il provvedimento è quindi passato in Commissione, ma solo per la politica da “sepolcro imbiancato” seguita dal Pp, che ha letteralmente azzerato l’opposizione interna, in modo tale da porla in condizioni di non nuocere e da evitare le “barricate” ad una riforma ritenuta assolutamente inadeguata, insufficiente e sostanzialmente tale da avallare la norma iperabortista introdotta dal governo socialista. La resa dei conti è però soltanto rimandata, poiché la prossima settimana le modifiche votate in Commissione saranno sottoposte al plenum del Congresso e lì non sarà più possibile il giochino delle sostituzioni: i parlamentari popolari, nel Congresso, sono quelli e quelli restano, piacciano o non piacciano ai vertici del loro stesso partito. Con in più l’aggravante del dente avvelenato che, comprensibilmente, gli “epurati”, risentiti per il trattamento subìto, potranno nutrire nei confronti dei loro leader. Ciò che presumibilmente renderà evidente e pubblica la grave frattura – non solo politica, ma soprattutto ideale e morale – interna al Pp spagnolo. Solo a quello spagnolo?

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