Il Sinodo risponde al vescovo Li e alla Chiesa cinese | Tempi.it

«Raccomandiamo che sia presa particolarmente a cuore l’evangelizzazione del Popolo cinese e la rievangelizzazione di coloro che sono divenuti tiepidi o hanno perso la fede». Così i partecipanti al Sinodo per la nuova evangelizzazione hanno scritto in una lettera a mons. Lucas Li Jingfeng, vescovo di Fengxiang (Shaanxi), che per l’inizio del Sinodo aveva inviato a Benedetto XVI una lettera. Li era stato invitato a partecipare al Sinodo, come a quelli precedenti, cosa che però Pechino ha sempre impedito. Al Sinodo ci sono infatti vescovi da Taiwan e Hong Kong ma nessuno dalla Cina popolare. Il vescovo è tra i pochissimi prelati cattolici ad essere approvato dal governo comunista pur non appartenendo all’Associazione patriottica.

«CREDIAMO ANCHE DOPO 50 ANNI DI PERSECUZIONE». Ha scritto Li al Papa: «Mi congratulo con voi che potete partecipare al Sinodo e rendere omaggio al Sepolcro di San Pietro. Mi duole moltissimo che non possiate udire alcuna voce della Chiesa Cinese. Voglio dire che la nostra Chiesa in Cina, in particolare i laici, ha sempre custodito finora la pietà, la fedeltà, la sincerità e la devozione dei primi cristiani, pur avendo sopportato cinquanta anni di persecuzioni. Desidero aggiungere che prego intensamente e costantemente Dio Onnipotente affinché la nostra pietà, la nostra fedeltà, la nostra sincerità e la nostra devozione possano risanare la tiepidezza, l’infedeltà e la secolarizzazione che sono sorte all’estero da una apertura e una libertà senza freni. Nell’Anno della Fede, nelle vostre discussioni sinodali potete indagare perché la nostra fede in Cina si è potuta conservare indefettibile fino a oggi. È come ha detto il grande filosofo cine LaoTse: “Come la calamità genera la prosperità, così nella mollezza si nasconde la calamità”. Nelle Chiese fuori dalla Cina, la tiepidezza, l’infedeltà e la secolarizzazione dei fedeli si sono contagiate a molti chierici. Invece, nella Chiesa Cinese i laici sono più pii dei chierici. Credo comunque che la nostra fede di cristiani cinesi possa consolare il Papa. Non menzionerò la politica, che è sempre transeunte».

LA RISPOSTA DEL SINODO. Pubblichiamo di seguito la risposta del Sinodo:

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