Il sociologo Donati: «nuove famiglie? No, ce n’è una sola» | UCCR

«La società contemporanea ritiene che il moltiplicarsi delle forme di famiglia sia un aumento di libertà per gli individui e quindi un progresso, invece è un regresso culturale. Un’illusione che non ha alcun riscontro scientifico. Un’illusione collettiva alimentata dall’ideologia e dai media che inseguono un mito di società felice che è in realtà un grande inganno». Lo ha affermato Pierpaolo Donati, già presidente dell’Associazione italiana di sociologia, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Bologna e tra i maggiori esperti nazionali della tematica.

Il suo ultimo libro La famiglia. Il genoma che fa vivere la società (Rubbettino 2013), è una rigorosa analisi su quanto la ricerca nel campo delle scienze sociali ha prodotto a livello mondiale sul tema della famiglia, delle nuove famiglie e delle coppie omosessuali. «La famiglia intesa in senso naturale», ha spiegato in un’intervista per Avvenire, «è il contesto più logico per far nascere e crescere i valori essenziali alla base di ogni società che si proponga di durare nel tempo. Il libro mostra le ragioni scientifiche per cui questa concezione di famiglia, la famiglia naturale, resta la migliore». Di “famiglia come società naturale” parla anche la nostra Costituzione, ed è ovvia l’esclusione delle coppie omosessuali come ha riconosciuto di recente anche un’insospettabile Anna Finocchiaro, senatrice del PD. Anche il sociologo dell’Università di Bologna, Gianfranco Morra, non ha certamente dubbi: «io ritengo un errore il matrimonio fra due persone dello stesso sesso (e così ancora la maggioranza degli italiani). Ce lo dice la Costituzione (art. 29): “La famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio”. E quel “naturale” significa formata da un uomo e una donna, che desiderano procreare ed educare figli».

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