In Lazio ospedali cattolici a rischio chiusura | Tempi.it

gennaio 11, 2013 Benedetta Frigerio

Olimpia Tarzia, consigliera regionale del Lazio, spiega come mai «il sistema sanitario sta traballando: si colpiscono coloro che servono a dargli nuova linfa»

onsigliere regionale del Lazio, capogruppo PER-Politica Etica Responsabilità, votatissima nella città di Roma alle ultime elezioni regionali, Olimpia Tarzia, spiega a tempi.it come mai si è arrivati all’ipotesi di conversione o vendita degli ospedali cattolici «per il sospetto dello Stato verso il terzo settore». Anche se se c’è una via «per cui siamo ancora in tempo a salvare gli enti no profit che rappresentano una delle eccellenze del sistema». Senza gli ospedali cattolici accadrebbe quello che ha ricordato da papa Benedetto XVI: verrebbe a mancare «il linguaggio “della scienza cristiana della sofferenza”, cui appartengono la compassione, la solidarietà, la condivisione, l’abnegazione, la gratuità, il dono di sé».

Si dice che le istituzioni sanitarie cattoliche, che vantano 500 milioni di crediti nei confronti della Regione, o saranno vendute ai privati o si dovranno riconvertire. Come si è giunti a questo punto?
Si è giunti per una perenne crisi di liquidità in cui versa la Regione Lazio da molti anni e per la mancata cautela da parte dell’amministrazione nel contrarre debiti di spesa corrente con troppe controparti. Purtroppo la sanità è il caso più grave, ma sono tantissime le aziende in attesa di ricevere dalla Regione il pagamento di quanto è loro dovuto. Per provare a tamponare questa necessità la Regione sta realizzando diverse forme di cartolarizzazione dei crediti, in modo da provare a fornire liquidità immediata ai privati attraverso le banche. Ma naturalmente si tratta di percorsi lunghi e complessi. Come spesso capita, i tempi della politica, però, non sono i tempi delle famiglie e delle imprese.

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