“In Tunisia c’è ancora più bisogno dei cristiani”

Suor Chiara DurelloParla suor Chiara Durello che gestisce alcune strutture religiose nel paese africano

di Serena Sartini

Come vive la comunità cattolica in Tunisia? Cosa è cambiato con la caduta del regime di Ben Alì? Quali i rapporti con le altre religioni? Abbiamo intervistato suor Chiara Durello, religiosa della Congregazione delle Suore di San Giuseppe dell’Apparizione, che gestisce una delle cinque case presenti a Tunisi.

«La situazione religiosa in Tunisia non è cambiata tra il periodo di Ben Ali e quello dopo la caduta del regime. La comunità cattolica in Tunisia, presenza molto discreta, è composta soprattutto da stranieri che giungono nel Paese per differenti motivi, e non da persone del posto. Durante il regime di Ben Alì avevamo una certa libertà di lavorare, la libertà di culto e di espressione della propria fede, la possibilità di lavorare nelle nostre scuole. Tutto ciò possiamo continuare a farlo ancora oggi, anche dopo la caduta del regime. Ciò che è cambiato è il fatto che gli italiani in Tunisia sono considerati «stranieri» e la loro vita dipende anche dalla stabilità politica e dalla sicurezza.

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