INDIA Pogrom anticristiani del Kandhamal: quattro anni dopo – Asia News

di Nirmala Carvalho

Famiglie relegate in ghetti; discriminazione sociale, economica e politica; 10mila persone ancora senza una casa; giustizia a metà o del tutto assente. Un gruppo di attivisti, giornalisti e scrittori ha visitato alcuni villaggi colpiti dalle violenze dei nazionalisti indù nel 2008 e ha pubblicato un rapporto.

Mumbai (AsiaNews) – Almeno 10mila persone ancora senza casa; famiglie costrette a vivere in ghetti; boicottaggio sociale, economico e politico per chi rifiuta di convertirsi all’induismo; risarcimenti parziali o del tutto assenti per case e chiese distrutte. È questa la condizione in cui vivono i cristiani del Kandhamal (Orissa), a quattro anni dai pogrom perpetrati da ultranazionalisti indù. Una squadra d’inchiesta formata da giornalisti, attivisti e scrittori ha visitato 16 villaggi colpiti dalle violenze, intervistando vittime, testimoni oculari, leader di associazioni politiche e non, e consultando vari documenti e registrazioni. Il rapporto emerso da questa indagine è stato presentato il 25 agosto scorso alla Lohiya Academy, dinanzi a 200 persone tra attivisti, leader religiosi e politici e sopravvissuti ai pogrom.

Le violenze del 2008 in Orissa sono scaturite per la morte di Laxamananda Saraswati, leader del Vishwa Hindu Parishad (Vhp, gruppo ultranazionalista indù), ucciso da un gruppo maoista. Anche se i guerriglieri hanno rivendicato la propria colpevolezza sin dall’inizio, l’ira degli attivisti indù si è riversata sulla minoranza cristiana (dalit e adivasi in particolare) del distretto di Kandhamal. I pogrom hanno costretto alla fuga 55mila cristiani; 5.600 case in 415 villaggi sono state saccheggiate e bruciate; 38 i morti accertati (dal governo, ndr); due donne vittime di stupri di gruppo; numerose persone hanno riportato danni permanenti per le torture subite.

Sebbene il governo dell’Orissa (guidato dal Bharatiya Janata Party, braccio politico dei gruppi ultranazionalisti indù, ndr) tenda a ridimensionare la gravità della situazione generata dai pogrom, la realtà dei fatti è molto pesante. Quasi tutte le vittime vivono con meno di un dollaro al giorno, e prima delle violenze erano impiegate come lavoratori giornalieri, contadini e piccoli artigiani. In seguito, essi non hanno più trovato lavoro, per il boicottaggio sistematico della comunità indù.

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