INDONESIA Violenze a Papua: attivisti islamo-cristiani contro l’inerzia di Jakarta

di Mathias Hariyadi

Nelle ultime due settimane otto morti accertati, mentre i colpevoli restano impuniti. Il vescovo di Jayapura ospita un incontro interreligioso, per riportare la pace nella provincia. Attivista musulmano: necessario promuovere amore e tolleranza, ma al momento è meglio “restare a casa”. Scambio di accuse fra autorità e capi indipendentisti.

Jakarta (AsiaNews) – Dopo giorni di silenzio, decine di leader religiosi cattolici e protestanti di Papua, insieme a colleghi musulmani, hanno denunciato l’inerzia del governo centrale a Jakarta, incapace sinora di fermare l’ondata di violenze nella provincia. Solo nelle ultime due settimane, scontri e agguati hanno causato almeno otto vittime, ma il bilancio è ancora provvisorio. Conosciuta come “Nuova Guinea Olandese” ai tempi del colonialismo, la Papua indonesiana è una regione ricca di risorse e materie prime, ma è ancora sottosviluppata e povera rispetto al resto dell’arcipelago. Nell’area è in atto una forte contrapposizione – che sfocia in episodi di violenza – fra le autorità legate al governo centrale, contrapposte a movimenti che rivendicano una sempre maggiore autonomia amministrativa e territoriale.

Gli attivisti islamo-cristiani si sono riuniti negli uffici della diocesi di Jayapura il 10 giugno scorso e, al termine dell’incontro, hanno deciso di prendere una posizione ferma contro gli autori – finora impuniti – delle violenze

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