Inglesi: meno credenti e più infelici | UCCR

Uso di psicofarmaci nel regno unitoQualche giorno fa è uscita la notizia circa un calo nel cristianesimo inglese: in base ai dati dei censimenti nazionali, la quota di coloro che si dichiarano cristiani in Inghilterra e Galles è scesa dal 72% nel 2001 al 59% nel 2011. La notizia è riportata da Radio Vaticana.

Certo, è vero che nell’ultima fotografia i cristiani sono ancora la maggioranza assoluta, che sono più del doppio dei “no religion” (25%), e che coloro che si dichiarano cristiani lo fanno con una certa autoconsapevolezza, come precisa (guardando il bicchiere mezzo pieno) Radio Vaticana. E’ vero anche che il cristianesimo inglese (anglicanesimo) è un cristianesimo particolare, che si prepara tra l’altro ad avere come capo della Chiesa e massimo riferimento spirituale il non proprio amatissimo principe Carlo.

 

Ma è anche vero che il calo in sè può far riflettere. Bisogna però arrivare a gioire, a salutare il risultato “con particolare soddisfazione”, come vogliono gli atei agnostici razionalisti? Dati alla mano, e sulla base di considerazioni veramente scientifiche, razionali e non ideologiche, la risposta è netta: no di certo.

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